Vent'anni dopo
Annamaria Franzoni a Cogne, Capodanno nella villetta dell'orrore: "Come hanno festeggiato", lo sconcerto dei vicini
I vicini di casa di Cogne confermano: Annamaria Franzoni e il marito Stefano Lorenzi hanno trascorso il Capodanno in Valle d'Aosta, nella loro villetta diventata famosa come "villetta degli orrori", l'abitazione dove quasi vent'anni fa venne ucciso il loro figlio Samuele di 3 anni, il 30 gennaio 2002. Dell'omicidio che ha sconvolto l'Italia venne ritenuta colpevole proprio la Franzoni, condannata a 16 anni di carcere (e ridotti a meno di 11). La Franzoni e il marito hanno trascorso 3 giorni nella loro vecchia abitazione (si sono trasferiti da tempo sull'Appennino emiliano, dove gestiscono un agriturismo) a cavallo di San Silvestro, e avrebbero celebrato l'anno nuovo, come riportato dal quotidiano torinese La Stampa, con un piccolo spettacolo di fuochi d'artificio nel loro giardino. "Hanno sparato due botti", fanno sapere i vicini, sempre molto discreti. Hanno spiegato di non aver mai visto i coniugi in Paese: avrebbero sempre pranzato e cenato in casa, e si sarebbero concessi giusto qualche ora all'aperto, a prendere il sole.
Non è la prima volta che la Franzoni e il marito tornano sul luogo di quell'efferato delitto, di cui Annamaria inizialmente aveva accusato la vicina di casa. Già dopo il ritorno in libertà nel novembre 2018 la donna era stata vista nello chalet della frazione Montroz. La villetta era stata al centro di un contenzioso con l'avvocato Carlo Taormina, difensore della donna che lamentava di non essere stato pagato. Per questo l'immobile era stato messo all'asta, su richiesta dello stesso legale, per rientrare dei suoi onorari difensivi pari a 275mila euro. Poi lo scontro legale è rientrato: "I coniugi Franzoni hanno iniziato a pagare", aveva detto Taormina, confermando ora come il pagamento sia stato completato. La villa era stata dissequestrata il 23 marzo 2013, alla presenza di Lorenzi e da allora era tornata nella piena disponibilità della famiglia, fino al pignoramento, poi revocato.