Foza nove

Giampiero Mughini, la sbroccata: "Perché il Natale mi fa vomitare". Chi è quel giornalista che... "mi ci pulisco le scarpe"

Giampiero Mughini non prova un gran piacere a ricevere gli auguri per le feste da alcune persone, come ha ammesso lui stesso in una lettera a Dagospia: "Sarà perché io ho una idiosincrasia per gli auguri di Natale tanto per il farli che per il riceverli, fatto è che sono a dir poco stupefatto di vedere lo schermo del mio telefonino riempito dagli auguri vicendevoli che si stanno scambiando i giornalisti di un settimanale in cui avevo lavorato per la bellezza di diciotto anni e fino a quindici anni fa". Probabile riferimento a Panorama, con cui ha smesso di collborare nel 2005. 

 

 

 

Mughini ha spiegato di non essere contrario ai gesti cortesi. Ma in questo caso specifico la situazione è diversa: "Detesto i cerimoniali obbligati, tipo quello di mandare via mail una riga con scritto 'auguri'. Quello sì, quello mi fa veramente vomitare". Alla base, comunque, deve esserci sempre un rapporto con una persona: "Trattandosi di gente che fa il mio mestiere, sempre mando un riga di ammirazione a Fabrizio Roncone, a Francesco Merlo, a Mattia Feltri, ad Aldo Cazzullo, alla mia amica Barbara Costa, o magari a Matteo Renzi". 

 

 

 

Gli unici messaggi che manda Mughini, insomma, sono quelli che presuppongono un rapporto di fondo: "Mai mai mai mando qualcosa a promuovere me o il mio lavoro. Naturalmente me lo segno al dito se dall’altra parte non c’è lo stesso atteggiamento, se dall’altra parte mi scrivono solo per segnalarmi che è uscito un loro libro". La rabbia nei confronti degli ex colleghi che ora gli fanno gli auguri nasce da un episodio ben preciso: "Non uno di loro mi mandò una riga nel momento in cui venni cancellato dall’Albo dei giornalisti da una congrega di semianalfabeti che mi stava rompendo i cogl**** perché avevo preso parte a uno spot pubblicitario televisivo. Non uno di loro mi comunicò la sua solidarietà, la sua amicizia. Non uno. Non una riga. Non un colpo di telefono. E dunque che me ne faccio degli auguri che stanno pronunciando in pompa magna gli uni agli altri? Mi ci pulisco le scarpe".