Il timore del Gigante
Quirinale, la denuncia di Guido Crosetto: "Mario Draghi al Colle? Ecco perché il voto non sarà libero"
Guido Crosetto scopre le carte: per il fondatore di Fratelli d'Italia al momento c'è solo un nome in grado di prendersi il Quirinale ed è quello di Mario Draghi. "Fuori dall'Italia, nella comunità finanziaria, è visto come il garante di una stabilità. In una delle due posizioni, o ancora premier o Capo dello Stato, Draghi alla fine ci dovrà stare". Raggiunto da Repubblica, l'imprenditore da tempo nell'ombra della politica vede nell'eventuale candidatura dell'ex numero uno della Bce un ulteriore problema, perché "se il voto fosse libero, non avrebbe i numeri". Secondo Crosetto infatti il voto non è libero: "La pancia del Parlamento teme il possibile scioglimento delle Camere, ma il premier oggi è il garante contro l'aumento dello spread". Per questo, ne è convinto, "se Draghi esce di scena parte una speculazione internazionale che metterà a rischio la tenuta del Paese. A quel punto la gente andrebbe a cercare i parlamentari con i forconi".
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Insomma, per il fondatore di FdI il più quotato per il Colle è l'attuale presidente del Consiglio. Una dichiarazione che non sembra andare di pari passo con quanto sostenuto dalla leader del partito. Giorgia Meloni non ha nascosto di desiderare un "patriota". "Se con il termine 'patriota' pensa a Draghi - prosegue -, non lo so. Però aggiungendo che non deve avere la tessera del Pd ha fissato un perimetro: stavolta non può essere un Presidente che viene dal centrosinistra". Sul tavolo di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia anche il nome di Silvio Berlusconi, su cui l'imprenditore ha assicurato: "Penso che il centrodestra inizialmente cercherà di capire se il Cavaliere riuscirà ad avere i numeri necessari anche dall'altro campo. Giorgia è leale: se Silvio potrà farcela lei lo sosterrà. Gli ha dato la sua parola".
Ma sulla partita per il Colle spunta un altro nome: Enrico Letta. Sì perché non è passata inosservata la vicinanza tra la Meloni e il segretario del Pd. Vicinanza che Crosetto liquida come "rispetto": "Letta parte dalla convinzione che il nuovo Presidente vada votato tutti insieme, e usa Meloni perché è quella più lontana da lui. Del resto il Pd da solo non avrebbe i numeri, in questo modo si mantiene centrale, in partita".