Robe da matti

Michela Marzano, delirio e vergogna: se hai un nonno fascista non devi fare figli, "puoi trasmettere qualcosa"

Giovanni Sallusti

L'ultima fobia politicamente corretta si chiama fascismo genetico. Al confronto, il "fascismo perenne" con cui Umberto Eco menava le danze radical-chic durante i governi Berlusconi era ancora un'immagine ponderata. Lì si era ancora nell'ideologia sinistra, qua si precipita direttamente nella turba, non siamo più nel campo dell'analisi politica, piuttosto in quello della nevrosi monomaniacale. Il campo da gioco è quello di "Più liberi più libri", la fiera della Stirpe e piccola e media editoria in corso a Roma. In particolare, l'Arena Robinson, lo stand dell'inserto culturale di Repubblica, sorta di bigino settimanale del Politicamente Corretto.

 

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Protagonista, una vera e propria mattatrice di questo nuovo conformismo, la filosofa, femminista, proarcobaleno, già deputata del Partito Democratico, editorialista de La Stampa e di Repubblica medesima, Michela Marzano. L'occasione è la presentazione dell'ultima fatica dell'autrice, "Stirpe e vergogna", in libreria da un paio di mesi per Rizzoli, dove la stirpe è la sua, e la vergogna quella legata alla scoperta che il nonno paterno, come parecchi milioni di italiani, era fascista. Un «fascista della prima ora», ci tiene a precisare lei, additando il reo a un secolo di distanza, al contrario del «padre socialista» che «ha sempre rimosso tutto questo». Si potrebbe obiettare alla studiosa di rimuovere invece come il fascismo sia un figliasto ideologico del socialismo, sia socialismo nazionale, come del resto è lì a dimostrare la biografia di Mussolini, ma son dettagli. L'enormità passa piuttosto come chiacchiera intima salottiera, e Repubblica la erige a titolazione. "Marzano: il nonno fascista, una vergogna che mi ha impedito di diventare mamma".

CROMOSOMI
Prendiamola allora sul serio, come ci sta suggerendo il pazzotico mainstream che ci è toccato in sorte. La signora sta ventilando l'ipotesi che una certa visione del mondo, perfino una certa dottrina politica, siano innate, e lo siano perché inscritte nei geni e quindi trasmissibili per ereditarietà. Un determinismo elementare e un biologismo gretto che sono, queste sì, posizioni eminentemente fasciste, e non c'è bisogno di aver frequentato la Sorbona per riconoscerlo. Un nascituro condannato geneticamente ad essere qualcosa. L'avesse detto un irregolare "di destra", magari sulle colonne di Libero, sarebbe stato tradotto in ceppi davanti alla Commissione Segre riunita in sessione straordinaria. Ma alla Marzano va bene, perché è della rive gauche. E perché a quanto pare, almeno stando al suo teorema, il cromosoma fascista salta un paio di generazioni.