Il sociologo

Tagadà, Luca Ricolfi sulla pandemia da Covid: "Si è perso il senso di allarme, i vaccini non bastano"

"Il governo ha sempre fatto passare il messaggio che il vaccinato è qualcuno che ha senso civico, che ci permette di riaprire e che quindi va premiato in tutti i modi": questo messaggio adesso non va più bene, secondo Luca Ricolfi, ospite di Tagadà su La7. "Questo racconto, finché la temperatura è stata abbastanza alta e ci ha permesso di vivere all'esterno, poteva andare anche bene. Io però vorrei far notare che dal 15 settembre l'indice Rt è aumentato e che dalla prima metà di ottobre è permanentemente sopra 1", ha sottolineato il sociologo, spiegando che non è ancora tempo di deporre le armi contro il virus. L'ospite di Tiziana Panella ha spiegato che l'arrivo del vaccino è stato un bene, ma ha anche detto che ormai "si è perso il senso d'allarme". Si crede, quindi, che vada tutto bene solo per il fatto che la popolazione si sta immunizzando. Ma non è così.

 

 

 

"La grossa differenza rispetto all'anno scorso è che le terapie intensive non sono piene ed è un bene - ha continuato Ricolfi -. Però dal punto di vista segnaletico, cioè dei messaggi che vengono comunicati, è un male, perché permette alla politica di continuare a non occuparsi della diffusione dell'epidemia senza passare ai rimedi necessari". Secondo il sociologo, che è andato avanti col suo ragionamento, il governo dovrebbe intervenire, facendo capire ai cittadini, anche se vaccinati, che la pandemia non è ancora finita. Come dimostrano i dati.

 

 

 

Ecco cosa dovrebbe fare l'esecutivo, stando all'opinione del sociologo: "Innanzitutto dovrebbe dire molto chiaramente che fa parte del senso civico portare la mascherina in tutti gli ambienti chiusi, a partire dai mezzi pubblici, e metterla anche correttamente, perché la quantità di gente che ha il naso fuori è impressionante".  Bisogna continuare, insomma, sulla linea della cautela.