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Silvio Berlusconi, la bomba di Giuliano Ferrara: "Cosa svela quella smorfia sul volto", tutta la verità sul Cav
Silvio Berlusconi si è "sfacciatamente" candidato al Quirinale e Giuliano Ferrara non può che elogiarlo. Sebbene "draghista forsennato", scrive nel suo editoriale su Il Foglio, la campagna presidenziale del Cavaliere "è fantastica" perché "in poche mosse" Silvio ha "liquidato come un’anticaglia paramassonica l’esoterismo delle procedure da seggio elettorale segreto, senza candidature né discussione". Ovviamente, aggiunge l'Elefantino, "si è rimesso in movimento alla ricerca di alleanze e legittimazioni internazionali, via Partito popolare europeo. Ma il suo è un pallottoliere trasparente, visibile, che buca il segno di riservatezza e indifferenza (apparenti) al consenso che è costume in queste occasioni solenni. Colloqui alla luce del sole, inviati in tour quirinalizio, dichiarazioni di fedeli e componenti il suo staff, richiami all’ordine, tattiche contro le alternative possibili, richiami a Draghi perché resti incollato a Palazzo Chigi dove è indispensabile, ce n’è per tutti", continua Ferrara.
E poi Berlusconi va dritto al punto. "Se servono i voti grillini, il Reddito di cittadinanza è una misura da mantenere, i cui inconvenienti sono largamente superati dai benefici. E passi per le riserve e le ubbie confindustriali, le obiezioni liberali letteraliste, il Cav. in caccia è superiore a ogni disciplina dottrinale che non preveda la ricerca aperta e tremendamente esplicita del massimo consenso possibile. Il consenso per Berlusconi non è un concetto teologico secolarizzato, non è astrazione metafisica, è aritmetica. Qual sia la sua base di partenza, da coltivare nella rete delle relazioni politiche e personali, è il primo conto della serva", osserva Ferrara.
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Il Cavaliere, aggiunge l'Elefantino, "non ha alcuna remora non solo a cercare i voti di mezzo, quelli che fanno la differenza decisiva, ma si impegna con puntiglio. Lo vedo con l’espressione sempre più iconica del vecchio che ha vissuto bene e ha cura di sé, ben illuminato, mentre si fa la terza dose e invita tutti a vaccinarsi", "sorriso più che d’ordinanza, aria allegra, la presidenza della Repubblica mediante afflato di consensi personali è impresa per lui carnale, e la incarna da sé solo senza indugio e senza paura".
Certo Berlusconi sa bene che il percorso è difficile ma lui "è il tipo che gioca le sue carte con sicurezza, tempismo volitivo" e forse "ha anche carte nascoste, chissà". Di certo è "diabolica" la sua capacità "di negoziare e rinegoziare su ogni tavolo possibile". Il Cav, conclude Ferrara, "incamera il nuovo status di candidato alla prima magistratura d’Italia malgrado i suoi rapporti non idilliaci con il sistema di giustizia che ha cercato per decenni di spezzarlo e cucinarlo in brodo. Trenta con lode e abbraccio accademico".