Il caso
Selvaggia Lucarelli, il no-vax pentito: "Se mi denuncia fa bene, perché l'ho presa a testate"
Continua a far discutere il caso di Selvaggia Lucarelli, insultata a più riprese e aggredita verbalmente e pure fisicamente mentre documentava la manifestazione dei no-vax al Circo Massimo di Roma. Tra i partecipanti anche Roberto Di Blasio, insegnante di pugilato che ora si dice pentito della testata che ha tirato alla giornalista di Domani. “Se l’avessi riconosciuta me ne sarei andato perché non accetto provocazioni”, ha dichiarato.
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“È stato un lapsus (ma intende raptus, probabilmente), sono dispiaciuto - ha aggiunto - non è nella mia indole. Se avessi la possibilità di incontrarla le chiederei scusa”. Insomma, dopo essere divenuto tristemente famoso, il pugile ha cambiato tono e anzi ha ammesso che “se Selvaggia Lucarelli mi denuncia ha pure ragione”. Poi si è giustificato nel seguente modo: “Ho visto che mi metteva il telefono davanti, volevo levarle il telefonino, volevo dare una manata e invece ho dato una capocciona. Adesso mi rendo conto che potevo farle male”.
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Tra l’altro Di Blasio non è un no-vax duro e puro, ma uno di quelli che proprio perché ha vissuto l’esperienza del Covid sulla sua pelle dovrebbe capire l’importanza del vaccino: “Io ho avuto il Covid a marzo, sono stato anche ricoverato per 12 giorni. Va bene il green pass, però se decido che non devo fare il vaccino e andare avanti con i tamponi non me li puoi mettere a 15 euro”.