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Gianluigi Paragone a valanga contro Fabio Fazio: "Solo fesserie e propaganda, ruffiano, censore, cocco dei salotti"
Una raffica di insulti e accuse contro Fabio Fazio, firmata da Gianluigi Paragone. Sul Tempo, il senatore ex M5s oggi leader di Italexit si scaglia contro il conduttore di Che tempo che fa, un classico dei palinsesti Rai capace di surfare sui tre canali della rete pubblica dribblando politica e direttori. Uno spazio, per lui, a viale Mazzini lo trovano sempre. Fazio diventa "Clarinetto", la voce della propaganda della Fattoria degli animali di Orwell. "È il censore ruffiano, è il megafono del Palazzo che lo ha ripagato con appalti che interessavano la sua stessa società di produzione". Fabio "è un garantito del partito Rai, è il cocco dei salotti; per questo l'altro giorno si è permesso di infrangere, con la solita sfacciataggine dei conigli mannari, la più elementare regola dell'informazione: negare il diritto di manifestare il proprio pensiero".
Nodo del contendere, l'estromissione dalla tv dei no vax, promossa sul Foglio. "'Ci tocca leggere di professori universitari contrari al green pass', ha chiosato con quel senso di arroganza propria degli incolti sorpresi dalla libertà di analisi di chi pensa", chiosa Paragone citando intellettuali anti Green pass come Cacciari, Agamben e Barbero. "Sono un'asticella troppo alta per il fabiofazismo, i cui testi di riferimento sono quelli della Litizzetto", ironizza feroce l'onorevole-editorialista. Fazio paragona un no vax a chi va contromano in autostrada.
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"Così tante fesserie in una sola frase era difficile da metterle assieme", si inalbera Paragone, sottolineando: "Andare in contromano in autostrada è reato. Non vaccinarsi, no. Per cui non capisco il motivo per cui l'informazione dovrebbe chiudere una discussione, se non - come nel caso di Fazio - per Propaganda". "Pertanto - conclude - Fabio Fazio andrebbe sanzionato, come mi auguro e chiederò". Le carte in Vigilanza, anticipa Paragone, sono in via d preparazione, perché "siamo alla discriminazione e francamente stavolta non me ne infischio. Ergo, chiederò la sospensione della propaganda".