Alla corte dei comunisti
Giovanna Botteri dalla Cina, Anzaldi contro il servizio sul presidente Xi: "Neanche la tv di Stato di Pechino, roba da Istituto luce"
La giornalista Rai Giovanna Botteri ancora sotto accusa. Il siluro parte nuovamente da Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e storico membro (anzi, agitatore) della Commissione di vigilanza Rai sempre pronto a sganciare bombe su viale Mazzini portando a galla scandali, scandaletti e magagne. Questa volta il casus belli è dato da un servizio firmato dalla Botteri per il Tg2. Si parla del "nuovo corso" comunista a Pechino, con la obbligatorietà per tutte le scuole cinesi, dalle elementari in su, di studiare il pensiero del presidente cinese Xi Jinping.
Una decisione storica, certo. La macchina della propaganda rossa tocca nuovi orizzonti. Ma Anzaldi contesta alla corrispondente Rai da Pechino toni un po' troppo enfatici, quasi trionfalistici. Il presidente Xi Jinping viene definito nel servizio "il nuovo grande timoniere" della Cina, l'erede designato del padre della patria Mao, capostipite di una "nuova era". Elegia del dittatore, insomma, o giù di lì. Un ritratto "agiografico", sottolinea il renziano Anzaldi, "da far impallidire l'Istituto Luce, la tv di Stato cinese sarebbe stata più critica. Quindi la domanda, più che maliziosa: "Che c'entra questa propaganda col servizio pubblico Rai?".
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Ma stavolta dalla Rai arriva la dura, asciutta replica all'onorevole di IV, firmata direttamente dal Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano, che in questi mesi sta incassando grandi risultati sul piano degli ascolti. Dalla redazione invitano Anzaldi a riascoltare il servizio della storica corrispondente sottolineando "il raffinato senso di ironia della collega che ha fatto, come sempre, il suo dovere di cronista: raccontare i fatti, senza appesantire la narrazione con giudizi espliciti o personali".