impegno costante
Gino Strada, parla la figlia Cecilia: "La sua inquietudine continua". Le confessioni mai fatte prima
Un dolore immenso quello di Cecilia Strada, che il 13 agosto ha perso il padre Gino Strada. Il fondatore di Emergency se n'è andato all'improvviso lasciando un vuoto incolmabile. Indelebile però i ricordi: "Il primo che ho di lui è di questo viaggio pazzesco coast to coast nei parchi del Nordamerica, lo avevamo raggiunto con mia madre mentre lavorava all'Università di Pittsburgh facevamo sempre un gioco, quello della famiglia degli orsi - spiega in una lunga intervista al Corriere della Sera Cecilia -. Lo aveva inventato lui. Eravamo una famiglia di orsi che raccoglieva salmoni in un torrente immaginario. Per me - avrò avuto 4 anni o giù di lì - era divertentissimo. Giravamo in tenda. Mi vengono in mente risate, scherzi, era un papà felice".
Leggi anche: Gino Strada, Vauro senza mezzi termini: "Buonista del ca***. Risparmiateci le condoglianze"
Spesso però lontano. Le sue missioni umanitarie portavano la figlia a vedere Strada anche solo tre volte all'anno. Quando c'era però - prosegue - "era una festa incredibile. Le sue valigie erano una festa, saltava fuori di tutto, anche paccottiglia presa nei mercatini. Mi ero andata a fare i buchi alle orecchie perché continuava a portare a casa orecchini di ogni tipo. Il regalo più caro è un pesciolino costruito con le cannule di una flebo che gli aveva dato il padre di un paziente bambino. Ma c'era anche la sua inquietudine continua. Ci scherzavamo sempre anche con la mamma: mentre era via non facevamo altro che chiedergli "quando torni". E poi quando tornava, "quando riparti?". Era il nostro gioco".
Leggi anche: Gino Strada, il sospetto della figlia Cecilia nel giorno della sua morte: "Non posso non notare una coincidenza"
Presenza costante anche quella dell'associazione dedicata alle vittime di guerra e fondata da Strada e la moglie Teresa nel 1994. Emergency per Cecilia Strada è sempre stata un fratello. "Con la mamma chiamavamo Emergency "il mio fratello più piccolo". Avevo 15 anni all'epoca e certo non è facile vedere qualcos'altro che si porta via tutta l'attenzione. Ma sono stata parte di quel momento. La prima centralinista di Emergency ero io che rispondevo al telefono di casa. Certo, poi c'erano i periodi in cui mi arrabbiavo e dicevo "perché nessuno qui mi si fila?". Ci ha tolto tempo e quotidianità ma ci ha dato anche tantissimo". E infatti ad oggi Cecilia è presidente dell'associazione, impegnata - proprio nel giorno della morte del padre - in mare a salvare vite. Come da lei stessa spiegato.