Scintille
L'Aria che tira, Federico Rampini contro il meteorologo Mercalli: "Zitto o me ne vado", "Ma cosa sta dicendo?". Rissa senza precedenti
Federico Rampini e Luca Mercalli sono stati protagonisti di una discussione molto accesa a L'Aria che tira su La7. Al centro del dibattito il cambiamento climatico, con tutte le devastanti conseguenze che l'Italia e tutto il mondo sta sperimentando di recente. Il corrispondente di Repubblica dagli Usa ha innanzitutto spiegato che i mezzi di informazione - a suo dire - dovrebbero fare bene il loro lavoro, non facendo di tutta l'erba un fascio. E quindi non parlando solo di cambiamento climatico. A tal proposito ha fatto l'esempio della California: "Gli incendi della California hanno una causa specifica che non ha niente a che vedere con il cambiamento climatico. La causa è stata accertata da processi penali contro la utility elettrica locale, che ha omesso degli investimenti essenziali nella sicurezza delle sue linee".
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Nel caso della California, insomma, la "colpa" diretta degli incendi sarebbe della compagnia elettrica locale e non del riscaldamento globale: "I tralicci dell'alta tensione in California non sono stati interrati. Questo ha provocato degli incendi con decine e decine di morti. La utility elettrica è stata condannata in sede definitiva a pagare anche più di 20 miliardi di multe. Quando i giornali e le televisioni fanno di tutta l'erba un fascio e dicono che questo è il cambiamento climatico generano confusione". A quel punto è intervenuto il meteorologo, che ha detto: "Io non sono d'accordo. Io ho appena detto che il cambiamento climatico accentua le condizioni di vulnerabilità delle foreste".
"Mi lasci finire senza interrompermi altrimenti me ne vado, è una questione di buona educazione", ha ribattuto abbastanza stizzito Rampini. "Va bene la buona educazione, ma lei sta dicendo delle cose che non corrispondono alla realtà scientifica", ha continuato Mercalli. Il giornalista però è andato avanti col suo ragionamento e alla fine ha detto: "Conta comunque fare una buona informazione, un'informazione corretta e non urlata, altrimenti creiamo una sorta di assuefazione nell'opinione pubblica".