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Corrado Formigli entra in un bar, rissa con Massimo Cacciari: "Qual è il problema?". Green Pass, volano parole grosse

Prosegue la polemica sul Green pass. Questa volta a dire la sua, favorevole alla nuova misura anti-Covid, è Corrado Formigli: "Sono entrato in un bar perché fuori era tutto pieno. Mi hanno chiesto il Green pass . Gliel’ho mostrato. Mi sono seduto e ho bevuto il mio Martini. Vorrei capire da filosofi molto progressisti e custodi della nostra fragile democrazia dov’è il problema. Magari non lo vedo io". Un cinguettio in chiaro riferimento alla lettera firmata da Massimo Cacciari e Giorgio Agamben. 

 

 

Una lunghissima missiva che spiega punto per punto la loro contrarietà alla certificazione verde e che già dall'attacco è un'accusa al governo. "La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo - è solo il preludio - e cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica. Lo si sta affrontando, con il cosiddetto green pass, con inconsapevole leggerezza. Ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti. Non a caso in Cina dichiarano di voler continuare con tracciamenti e controlli anche al termine della pandemia". 

 

 

 

Prima di Formigli era stato Renato Brunetta a rispondere per le rime ai due filosofi contestando quanto scritto. E non solo. "Tutte le penne acuminate, che hanno scuoiato le argomentazioni penose di chi gioca con la sicurezza altrui in nome di una ignoranza eretta a diritto di contaminazione del prossimo, si sono fatte da parte - era stata la replica del ministro per la Pubblica amministrazione - Forse misericordia. O forse, più probabilmente, perché i direttori hanno qualche complesso di inferiorità verso la cultura che spazia dagli angeli ai diavoli, nonché della prepotenza televisiva di uno dei due, intendo ovviamente Cacciari. Be', io no".