Durissimo
Cartabianca, Massimo Giletti bombarda Lilli Gruber: "Minacciato dalla mafia, perché sono amareggiato". Nomi e cognomi: un caso
"A La7 ho fatto quattro anni, un ciclo importante. Non so cosa farò domani…". Massimo Giletti è l'ospite d'eccezione di Bianca Berlinguer a Cartabianca, su Rai3. Per i più maliziosi, l'ospitata apre ufficialmente al ritorno in Rai del conduttore di Non è l'arena su La7, a partire dalla prossima stagione. Si vocifera di un approdo a Rai 2, magari alla conduzione del talk del giovedì sera. Ma Giletti non si sbottona, ovviamente: "Vengo da due anni molto duri e devo riflettere. Tornare in Rai? Cairo mi ha dato una libertà pazzesca, io faccio una tv dritta, senza scontri, con una dialettica forte". E proprio il forte legame con l'editore di La7 l'ha trattenuto ogni qual volta in questi ultimi 4 anni si è parlato di un suo ritorno alla tv pubblica.
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Giletti non nasconde però l'amarezza. I due anni "molto duri" sono stati scanditi soprattutto dalla brutta vicenda delle minacce ricevute dalla mafia che l'hanno costretto a finire sotto scorta, condizionandone e stravolgendone la vita. "Dopo le minacce della mafia mi sono sentito solo - ammette il giornalista e conduttore -, amareggiato perché mi aspettavo un segnale da certi colleghi vicini, penso a Gruber, Formigli, Floris. Gli unici a farsi sentire invece sono stati Myrta Merlino ed Enrico Mentana". Non è un caso che a La7 Giletti sia visto un po' come un corpo estraneo. Dagospia pochi giorni fa riferiva addirittura di un veto di Lilli Gruber a ospitarlo a Otto e mezzo (i conduttori della rete spesso si scambiano cortesemente ospitate a vicenda) perché considerato "troppo di destra". Differenza di vedute politiche o semplice gelosia tra primedonne? Difficile dirlo, di certo un clima che potrebbe non aiutare Giletti a decidere di restare dov'è.