In campo
Vittorio Sgarbi, tutta la verità su Silvio Berlusconi: "Lo ho sentito, stava male", la confessione del critico
Era dai tempi di Antonio, Lepido e Ottaviano che non si vedeva a Roma un triumvirato. Ma il trio composto dal candidato sindaco Enrico Michetti, il candidato prosindaco Simonetta Matone e il candidato assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, messo in campo dal centrodestra, pare destinato a sorti migliori.
Sgarbi, nel tridente MMS, lei farà il fantasista?
«Io sono stato il primo del centrodestra a candidarsi a Roma: ho presentato la lista nell'ottobre 2020. Visto però che nessuno voleva convergere su dime, mi sono adattato, accettando il candidato civico. Quest' ultima idea è stata accolta da tutte le forze di centrodestra, compresa Rinascimento, il mio partito. Nella penultima riunione avevo proposto Matone sindaco, Michetti prosindaco e mi ero offerto come assessore. Nell'ultima riunione abbiamo rovesciato i ruoli tra Matone e Michetti».
Quindi lei ha ispirato sia il ticket che il tridente?
«Sì, ma è un tridente in cui nessuno è subordinato all'altro. È come la Trinità: un bloc coin cui ci sono tre entità autonome che agiscono in modo concorde. Io sono lo Spirito Santo».
I candidati civici dimostrano il fallimento della politica o la sua capacità di guardare oltre il proprio orticello?
«Superare il recinto delle appartenenze politiche è giusto anche a scopi di consenso. A Roma solo coi voti di lista il centrodestra è al 47-48%. Con tre candidati civici può arrivare al 51 già al primo turno: l'obiettivo è vincere subito, senza ballottaggio».
In che senso Roma deve tornare Caput Mundi, come recita lo slogan di Michetti?
«Va rovesciata la terribile immagine di una città che perde il nome e diventa Mafia Capitale. È un'idiozia partorita da Pignatone, già procuratore a Roma, e dalla Raggi, e utile solo ai magistrati. Per uno che è stato pm a Palermo, Roma è una robetta; e allora ha bisogno di caricarla col marchio della mafia, sebbene smentito poi dalla Cassazione. L'unico modo per riabilitare la città è farne di nuovo la capitale della cultura europea e del mondo cristiano».
Lei come punterebbe su cristianesimo e romanità?
«Voglio fare di Roma un Louvre diffuso, creando un'offerta che coinvolga musei comunali, statali, privati e i Musei Vaticani. E, in occasione del Giubileo nel 2025, vorrei riaprire le 100 chiese romane oggi chiuse. L'intento è fare un nuovo Concordato, culturale, con il Vaticano. Quanto all'antichità romana, voglio far rivivere Colosseo e Fori Imperiali, portandovi in scena concerti di musica classica e commedie latine».
Da sindaco di Sutri lei ha fatto intestare vie a Evola e Almirante. Farà lo stesso a Roma?
«A Roma la prima strada la dedicherò a Battiato. Evola potrebbe essere una buona idea, così come Giovanni Gentile: non si può fare la guerra alla cultura applicando le categorie di fascismo e antifascismo, tanto più se parliamo di intellettuali di questo livello. Su Almirante ho dei dubbi, perché la politica crea più conflitti».
Le tre cose principali che rimprovera a Raggi?
«L'aver tenuto chiuso il Museo della Civiltà Romana, l'idea di un nuovo stadio come strumento per costruire grattacieli, la rinuncia a candi dare Roma alle Olimpiadi».
Chi teme degli sfidanti di centrosinistra?
«L'unico candidato vero è Gualtieri, che potrebbe arrivare al ballottaggio. Calenda è un figlio di papà che non andrà oltre il 10%, la Raggi si fermerà al 14-15».
A Bologna e Milano chi vorrebbe come candidato?
«Nel primo caso Favia, un ex 5 Stelle. Per Milano ho suggerito a Tajani e Salvini un ticket con Albertini vicesindaco e Davide Rampello, già presidente della Triennale, sindaco».
Le piace l'idea di una Federazione Lega -Forza Italia?
«No, sono per la spacchetta tura in più gruppi, perché così hai più piatti da offrire. Meglio una Federazione leggera, in cui nessun partito confluisca nell'altro».
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Berlusconi l'ha sentito?
«Mi ha chiamato per il mio compleanno: stava male per i processi, ma era in buona forma. Mi piacerebbe farne uno dei saggi per il sostegno della cultura a Roma».
Sgarbi sarà invece il numero 10 che farà vincere la partita?
«Parlano i risultati. Tutti i luoghi di cui mi sono occupato sono rifioriti: ho portato al Mart di Rovereto le mostre più belle in Italia, da Botticelli a De Chirico, a Ferrara ho fatto riaprire Palazzo Schifanoia e Palazzo dei Diamanti, a Possagno ho voluto la mostra su Canova e Caravaggio, per non parlare delle esposizioni a Urbino e Sutri, di cui sono rispettivamente prosindaco e sindaco. Dovunque arrivo la città rinasce. Non a caso il mio partito si chiama Rinascimento».
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