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Augusto Minzolini "nuovo direttore del Giornale". Dagospia, scoop e veleno: "L'ha deciso Marina Berlusconi, perché Silvio...". Lei smentisce

Sarà Augusto Minzolini il nuovo direttore del Giornale, dopo le dimissioni di Alessandro Sallusti tornato a Libero. A lanciare la notizia della "promozione" del retroscenista e ospite quasi fisso di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7, nonché ex direttore del Tg1, è il solito Dagospia, non senza una punta di veleno. 

 

 

 

 



Minzo avrebbe avuto la meglio su candidati come Nicola Porro, Paolo Liguori (direttore di Tgcom24) e Gianmarco Chiocci (direttore di Adnkronos). "La decisione è stata di Marina Berlusconi", scrive il sito di gossip politico fondato e diretto da Roberto D'Agostino. La presidente di Fininvest e del gruppo Mondadori "ha raccolto lo scettro del comando" dal padre, Silvio Berlusconi, peraltro in questi mesi decisamente impegnato. Per la cronaca, Marina ha smentito seccamente l'indiscrezione di Dagospia: "Continuo a leggere, nonostante le smentite, di un mio ruolo centrale nelle vicende relative al Giornale - scrive in una nota ufficiale -. Ribadisco ancora una volta che non mi sono mai occupata, non mi occupo e non ho alcuna intenzione di occuparmi delle decisioni che riguardano la testata, sulle quali non ho né titolo né competenza".
 

 

 

 

 

Prima i guai di salute, che per mesi lo hanno tenuto fermo ai box tra ricoveri al San Raffaele di Milano e convalescenze in casa. E ora la "bomba politica" della federazione di centrodestra, un progetto ambiziosissimo e a lungo termine (ma dalle scadenze temporali quasi immediate) che rischia di cambiare la storia del centrodestra ridisegnandone pesi, equilibri ed orizzonti. C'è chi addirittura abbozza che sia stato lo stesso Cav a proporre a Matteo Salvini non già una "federazione" con Lega e Forza Italia, ma addirittura un "partito unico". Proposta impegnativa che avrebbe visto, per una volta, frenare proprio Salvini, ancora restio a mandare in soffitta il marchio e la storia del Carroccio. 

 

 

 

 


In questo scenario tumultuoso, logico che Marina, come spesso accaduto già in passato, si sia presa l'onere di indirizzare la scelta sul "timoniere" di una delle aziende di punta del gruppo di famiglia. Ma qui, dicevamo, Dagospia ci mette il carico parlando di un Cav che "alterna momenti di confusione a fasi di malinconia". Sono gli effetti della "sindrome da long Covid" che hanno condizionato anche le udienze del processo Ruby Ter, che Berlusconi è stato costretto a disertare. Ma è anche la fotografia di un momento che pare definitivamente superato: pochi giorni fa Berlusconi ha fatto il suo ritorno sulla scena in video-conferenza con i capi di Forza Italia e si è mostrato vitale e volitivo: "Sono di nuovo in campo", ha annunciato. E politicamente, i frutti si vedono già.