Altro che "complottismo"
Mezz'ora in più, "fonti certe sul laboratorio di Wuhan": parla l'immunologo Silvestri, cosa facevano davvero lì dentro
Ormai non è più un tabù parlare dell’ipotesi secondo cui il coronavirus sarebbe “scappato” involontariamente dall’istituto di virologia di Wuhan. Fino a qualche mese fa tale teoria era bollata come cospiratoria e complottista, ma ultimamente le cose sono cambiate, complici i tanti indizi raccolti e le denunce provenienti anche dai vertici degli Stati Uniti. Ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più - la trasmissione in onda la domenica pomeriggio su Rai3 - l’immunologo Guido Silvestri ha approfondito la questione.
“Anche noi abbiamo trovato una sequenza nel virus che è particolarmente strana e difficile da spiegare attraverso una ricombinazione naturale. Noi sappiamo da fonti certe - ha dichiarato - che l’istituto di virologia di Wuhan stava lavorando da anni all’elaborazione in vitro di varianti virali che avevano una aumentata capacità di infettare le cellule umane”. Ovviamente l’immunologo ha preferito trattare l’argomento con i piedi di piombo, ma è percepibile la convinzione che qualcosa forse è effettivamente successo nel laboratorio di Wuhan.
“Questo non vuol dire che il virus è partito da lì, però la spiegazione non è totalmente peregrina”, ha aggiunto Silvestri, che poi ha sottolineato un altro aspetto importante: “Bisogna tenere a mente che l’insorgenza della pandemia è avvenuta nel mercato di Wuhan, a due o tre chilometri da distanza da dove c’è l’istituto di virologia. È importante cercare di acquisire quanti più dati possibili in maniera trasparente - ha chiosato - e indipendente da ogni interferenza politica per capire cos’è successo davvero”.