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Giorgia Meloni e l'aborto, Alba Parietti contro Selvaggia Lucarelli: "Attacco gratuito e cattivo, come un giustiziere"
Anche Alba Parietti prende le difese di Giorgia Meloni, pesantemente attaccata da Selvaggia Lucarelli. Ricapitoliamo: l'opinionista del Fatto quotidiano, citando un drammatico passaggio del libro della leader di Fratelli d'Italia Io sono Giorgia sull'aborto mancato della madre, ha messo in dubbio la veridicità di quanto affermato ricordando che nel 1976 (anno di nascita della Meloni) l'aborto in Italia era una pratica illegale: "Hai mentito tu o tua madre?", chiede provocatoriamente la Lucarelli. Già i commentatori, sui social, hanno iniziato a ribaltare la domanda, chiedendo a Selvaggia se facesse finta o meno di non sapere che migliaia di donne nel corso di quegli anni avessero ricorso a dolorosissimi aborti illegali clandestini. E la stessa Parietti sottolinea proprio questo punto, cruciale, in una replica dal proprio profilo Instagram.
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"Sono nata negli anni 60, negli anni 70 con le mie coetanee partecipavo a cortei e facevo manifestazioni e parte di gruppi di femministe . La battaglia più importante di quel momento è stata proprio per l’aborto legale. La pratica dell’aborto non è piaciuta a nessuna donna come ci ha raccontato in un suo racconto la stessa Lucarelli. Perché un articolo cosi gratuito e cattivo? Non si entra mai nel dolore delle persone pensando di avere la verità in tasca, anche perché l’aborto non riguarda la legge o la legalità ma la donna e suo figlio ed è uno strazio". Quindi una sottolineatura quasi banale, ma doverosa: "Giorgia Meloni non dice che abortire fosse legale, ma era una via d’uscita per molte donne che non potevano portare a termine una gravidanza o non la volevano. Esisteva si l’aborto clandestino nella sostanza assolve o meno? Cosa cambia?".
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E se a difendere la Meloni è Alba Parietti, politicamente lontana anni luce da Fratelli d'Italia ("Personalmente non ho mai condiviso il pensiero politico della Meloni". mette in chiaro la stessa showgirl torinese), significa che il ragionamento della Lucarelli fa veramente acqua: "Se una persona mi racconta la sua storia personale, la storia dolorosa della sua vita e di quella di sua madre, io ascolto e non mi permetto di sparare sentenze come se fossi uno sceriffo o come se fossi giustiziere". Questo, suggerisce ancora la Parietti, sembra "un pretesto tanto per cambiare per attaccare una persona su un piano personale". Perché l'aborto, legale o meno, era comunque "una scelta tragica" e "degna di rispetto".