Loggia Ungheria
Non è l'arena, il sospetto di Luca Palamara su Piercamillo Davigo: "Un metodo per colpire gli avversari", alta tensione da Giletti
''Se è dossieraggio come dice Nino Di Matteo andrà verificato, le informazioni spesso sono utilizzate per colpire gli avversari e questa storia mi sembra si inserisca pienamente in questo crinale", dice Luca Palamara ospite da Massimo Giletti a Non è l'Arena, su La7. In studio infatti si parla del caso della presunta Loggia Ungheria: "Escludo che Piercamillo Davigo faccia dossieraggio", dice Paolo Mieli, "lo dica anche lei". "Lo escludo anch'io", aggiunge Palamara", "ci sono delle notizie e delle informazioni che spesso non restano confinate, i nomi girano tra i giornalisti e tra magistrati'. "E' normale", sottolinea quindi Giletti, "o è grave dire che non si possono fare vie ufficiali e infangare la magistratura?".
Giletti si è messo anche sulle tracce di Marcella Contrafatto, funzionaria del Csm sospettata dalla Procura di Roma di essere il "corvo" che ha diffuso i verbali segreti di Piero Amara spedendoli alle redazioni del Fatto Quotidiano e di Repubblica e a vari consiglieri del Consiglio superiore della magistratura nella speranza, è il sospetto degli inquirenti, di "avvelenare" il clima e far esplodere la magistratura italiana. Sullo sfondo, infatti, ci sono sempre veleni personali, guerre tra toghe, dossieraggi, nomine importantissime come quella per il capo della Procura di Milano, da cui non a caso è partito tutto.
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Quei verbali sono stati consegnati nella primavera 2020 dal pm milanese Paolo Storari all'allora membro del Csm Davigo, di cui la Contrafatto era segretaria. In quelle carte, l'avvocato d'affari Amara parlava della presunta loggia segreta Ungheria, che raggruppava toghe, ufficiali della Guardia di finanza e politici. Storari contestava ai suoi capi la decisione di non procedere all'apertura di una inchiesta e per questo si era rivolto a Davigo, che però non ha mai portato formalmente il caso davanti al Csm.