Il caso Calabria
Non è l'arena, Lino Polimeni avverte Massimo Giletti: "Mi ha detto di dirti che c'è l'ndrangheta, stai attento"
Anche l'ndrangheta minaccia Massimo Giletti. Durante l'ultima puntata di Non è l'arena andata in onda ieri sera 2 maggio su La7, si è parlato della Calabria. In particolare di Carianti, in provincia di Cosenza, dove sono stati vaccinati i maturandi. Le dose che sarebbero dovute andare agli anziani e ai fragili, dunque, sono state destinate ai ragazzi. Un caso emblematico che dà l'idea di come vadano le cose in Calabria. In studio c'è Lino Polimeni, di Articolo 21 Calabria tv, che spiega: "La responsabilità è di qualcuno, di certo non dei ragazzi. Tutti sanno e fanno finta di non sapere. Questa è la mentalità grave che purtroppo in una realtà come la Calabria con 230 famiglie di ndrangheta, 80mila affiliati e 55 miliardi di fatturato dell'ndrangheta".
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Quindi l'avvertimento al conduttore di Non è l'arena, già minacciato dalla mafia: "Oggi il Commissario Longo mi ha detto di dirti che c'è la 'ndrangheta dentro l'asp di Reggio Calabria, e di stare attento", lo avvisa Polimeni. Massimo Giletti resta di sasso: "Il giornalismo serio non lascia solo chi si espone. Non parlo di me ma dei tanti ragazzi che con coraggio denunciano per pochi euro ad articolo. Io ho una missione, cercare di salvare questo Paese, dare una mano ai calabresi onesti e nessuno ci fermerà. Noi andiamo avanti".
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A Non è l'Arena per l'approfondimento sulla situazione sanitaria in Calabria, ospite di Giletti, c'è anche Vincenzo Cesareo, ex direttore ospedale di Paola-Cetraro. "La Procura mi ha sospeso e me ne sono andato in pensione, non mi sono dimesso. Mia madre 91 anni con patologie è stata vaccinata a marzo e ad aprile", si difende Cesareo. "Non devo questuare nulla, io sono quello che si vede e che fa quello che ritiene giusto fare".