Rivelazioni
Carlo Conti, dopo mesi la drammatica verità sul Covid: "Che cosa mi ha salvato dalla morte"
In una lunga intervista concessa a Salute domani, Carlo Conti ha raccontato la sua esperienza con la Covid-19. "È una disavventura che ti cambia profondamente. Ricordo la paura di poter contagiare mia moglie e mio figlio Matteo. Lo stupore di essere positivo, perché ho sempre tenuto alta la guardia. I primi giorni non ho accusato grandi sintomi, ma devo ammettere che è stato il saturimetro a salvarmi e consiglio a tutti di averne uno in casa" ha consigliato il conduttore televisivo. Carlo Conti è risultato positivo al coronavirus lo scorso ottobre 2020. Inizialmente, il contagio sembrava di forma asintomatica, ma poi la condizione del conduttore è via via peggiorata, tanto da richiedere un ricovero in ospedale.
"Il virus stava per attaccare i miei polmoni, ma i medici hanno scongiurato il peggio" ha detto Conti. Dal 17 aprile, il conduttore è ritornato nei salotti degli italiani con Top10 in onda su Rai 1 ed è impegnato a programmare la serata di consegna dei David di Donatello, che si terrà il prossimo 11 maggio. "All'inizio stavo benino" ha confidato il conduttore toscano "al punto da condurre una puntata di Tale e quale da casa" ha aggiunto. "Nel fine settimana però sono peggiorato tanto da dover essere ricoverato all'ospedale Careggi di Firenze".
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Fortunatamente si è trattato solo di un grande shock per Conti: "Per fortuna è bastato un po' di ossigeno e terapie mediche". In seguito, Conti ha svelato anche un retroscena sul suo soggiorno ospedaliero. "Con Nello, il mio compagno di stanza, ci scambiavamo uno sguardo di conforto per farci coraggio. È nato un legame. Abbiamo continuato a sentirci. La malattia, i letti paralleli creano legami. Ma il merito è stato di medici e infermieri che, pur lavorando in condizioni disperate, si sono fatti in quattro per tutti noi" sottolinea il conduttore di Firenze.
Tra i compagni di malattia, anche un altro conduttore d'esperienza: Gerry Scotti. "Ci siamo ammalati più o meno in contemporanea e ci scrivevamo tutti i giorni scambiandoci informazioni sulle cure, sul nostro stato d'animo e sul pranzo. Era un modo per trovare un pretesto per sorridere" ha confidato a Salute domani. Carlo Conti conclude esprimendo la sua fiducia nella ricerca scientifica: "Parallelamente alla campagna vaccinale è fondamentale investire nella cura della malattia. Io ho voluto sostenere il progetto dell'Università di Siena sui monoclonali. Il Covid ci ha fatto capire quanto sia importante puntare sulla ricerca".
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