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Otto e Mezzo, Massimo Galli perde la pazienza: "Ora non è tutto chiuso, certe riaperture non si possono fare"
Massimo Galli peggio di Roberto Speranza. L'infettivologo è a dir poco intransigente quando si parla di riaperture. Ospite ancora una volta a Otto e Mezzo su La7, Galli frena: "La soluzione è vaccinare e sapere che non puoi fare certe riaperture se non si vaccina abbastanza". Il responsabile di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano è un fiume in piena nel salotto di Lilli Gruber: "Ora non è comunque tutto chiuso? Certo che non è tutto chiuso. Basta sentire le storie di chi arriva in ospedale e si è preso l'infezione perché il figlio o il nipote ha partecipato a X feste. Gli inglesi hanno fatto una chiusura significativa e hanno vaccinato, vaccinato, vaccinato".
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Galli porta come esempio il "caso Sardegna". La Regione è passata in 15 giorni dalla zona bianca - unica ad averla mai provata - alla rossa. "In un periodo senza turismo doveva esserci un bel po' di infezione residua nell'isola - è il suo ragionamento -. È ricominciato tutto subito, in modo clamoroso. È incontrovertibile. È una lezione, come quella delle zone gialle che diventano arancioni, che bisognava imparare: è un sistema che non funziona, soprattutto vista la presenza della variante inglese che attualmente rappresenta quasi il 100 per cento del virus in Italia ed è molto più contagiosa".
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Nulla di diverso di quanto ribadito la sera prima sempre dalla Gruber. In quell'occasione Galli se l'era presa con Mario Draghi: "Rischio calcolato? Calcolato male". Ecco spiegato il suo motivo: "Abbiamo ancora più di 500mila ufficiali casi di infezione in atto, di persone positive al Covid. E in realtà sono almeno il doppio. Alla fine del lockdown di maggio ce ne erano meno di 100mila ufficiali. Abbiamo ancora tanti settantenni e ottantenni non vaccinati, rispetto alla Gran Bretagna siamo indietro sui vaccinati. E Boris Johnson ha espresso in modo chiaro che riaprono per necessità di lavoro ma già prevede un peggioramento dei morti e dei casi".