In campo
Fabrizio Corona, appello del Partito Radicale: "Un malato psichiatrico non può stare in carcere"
Irene Testa, tesoriera del Partito radicale e il segretario Maurizio Turco, con affianco Giulia Sorrentino, collaboratrice di Libero Quotidiano, promuovono l’appello del partito radicale stesso sul tema del disagio mentale in carcere, rivolto alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia e al Ministro della Salute Roberto Speranza. In esclusiva riportiamo parte dell’appello a sostegno di tutti i detenuti che soffrono di patologie psichiatriche: “Il problema della salute mentale in carcere, oggi rilanciato dalla vicenda che riguarda Fabrizio Corona, e che coinvolge da ben prima di lui migliaia di altri cittadini, esige una vostra urgente e concreta risposta. Noi sottoscritti riteniamo che occorre far prevalere l’interesse del malato, noto ed ignoto, che non può essere garantito all’interno delle mura di un carcere e
Vi chiediamo che vengano messi a disposizione i dati necessari nei portali istituzionali atti a completare la fotografia reale della situazione della patologia psichica in carcere, e che si adottino con la massima urgenza misure per il trasferimento dei malati psichici in strutture e servizi territoriali/residenziali curativi alternativi al regime detentivo” . Il partito renderà noti a breve i moltissimi nominativi di personaggi del mondo della scienza, della cultura e dello spettacolo che hanno aderito a questo fondamentale appello. Anche su questo versante ci saranno importanti sorprese, perché i volti noti al fianco di questa vicenda stanno diventando sorprendentemente tanti.
Il Sottosegretario al Ministero della Sanità Pierpaolo Sileri, con delega alla Sanità Penitenziaria, a Giulia Sorrentino afferma: "Credo che siamo di fronte a una nuova emergenza sanitaria, più infida perché non adeguatamente tracciata e su cui è necessario puntare i riflettori da parte delle Istituzioni competenti e della politica. Se, come dichiarano le previsioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione sarà la patologia cronica più diffusa al mondo entro il 2030, abbiamo il dovere morale di agire in fretta per sostenere con ancor maggiore impegno la sanità penitenziaria. Dobbiamo partire dalla corretta stima del fenomeno del disagio psichico nelle carceri e dalla adeguata sensibilizzazione e consapevolezza, per arrivare a disegnare percorsi di presa in carico e trattamento nel rispetto dei diritti fondamentali della persona e con il solo imprescindibile intento della riabilitazione, in termini clinici e sociali. Da parte mia non mancherà l’impegno personale per individuare possibili soluzioni condivise e le necessarie risorse. E per impegnarmi incontrerò il Partito radical per costruire con loro il percorso su questa fondamentale questione.