Livore da comunista
Vauro, altri insulti a Giorgia Meloni e FdI: "Con quelli non parlo. Razzismo e fascismo, cosa diranno in tribunale?"
Vauro recidivo. Quando si tratta di Giorgia Meloni il vignettista non si smentisce mai. E dopo aver ammesso di non voler manifestare solidarietà alla leader di Fratelli d'Italia per le offese del docente di Siena, ecco che secondo Il Secolo d'Italia ci ricasca. "La Meloni ha annunciato pubblicamente che mi querelerà perché, ospite da Paola De Debbio, ho detto che Fdi è è un partito che cavalca il fascismo e il razzismo”, ha ricordato il vignettista. ”Io con questi non ci parlo neanche ma voglio dire che sono contento perché mi piacerebbe vedere, in un aula di tribunale, come fanno a dimostrare il contrario e cioè che Fdi non cavalca il fascismo e il razzismo. Un'uscita che non era di certo passata inosservata alla Meloni. "Non ho alcun interesse alla solidarietà di un personaggio come Vauro, ma per le sue dichiarazioni diffamanti rivolte verso Fratelli d’Italia in TV ne risponderà legalmente", aveva replicato.
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Ma Vauro questa volta amplia le proprie vedute, criticando anche la sinistra. E sullo scontro tra Debora Serracchiani e Marianna Madia per la poltrona di capogruppo del Partito democratico alla Camera, commenta. "È uno dei soliti e un po' miseri scontri di potere, molto maschili", ha detto all'Adnkronos aggiungendo che ''questo si lega al fatto che abbiamo una classe politica che non è cresciuta nei territori e non si è confrontata con i militanti che ormai non ci sono neanche più. I dirigenti e i politici da anni sono cooptati da piccoli, medi e grandi gruppi di potere all'interno dei veri partiti e il sistema della cooptazione come garanzia chiede solo sistema della mediocrità". Per il vignettista c'è solo una soluzione: "Andrebbe ricostruiti luoghi di partecipazione reali dei cittadini, ma in questo momento sono utopici''.
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E sulle quote rosa prosegue: "Non ci sarebbe bisogno delle 'quote rosa' perché la capacità delle donne di avere come dote una proiezione maggiore di quella degli uomini è nota. In politica c'è un bisogno reale di donne ma non di figure cooptate altrimenti si riproducono le stesse dinamiche maschili". Insomma un po' come la sua nemica Meloni.