Marco Travaglio, il capolavoro sul Fatto Quotidiano: "Giuro che non ce l'ho con lui", deriso dall'Italia intera
Non c'è nulla da dire, Marco Travaglio è un grandioso, impareggiabile battutista. Sagace e feroce, per quanto le sue idee spesso siano bizzarre (eufemismo), bisogna dargliene atto: una risata la sa strappare, eccome. E quella che il direttore orfano di Giuseppe Conte riesce a strappare all'Italia intera oggi, martedì 30 marzo, è una risata il cui fragore è impareggiabile. Assordante. Peccato che in questo caso si rida di lui e non per quanto fluito dalla sua arguta penna.
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Siamo ovviamente sul Fatto Quotidiano, dove il direttore-tendenza-manetta verga il suo fondo dal titolo: "L'effetto Brian", il riferimento è a Brian di Nazareth, "il personaggio di Monty Python scambiato per il Messia da una turba di squilibrati che gridavano al miracolo per qualunque sua banalità". E questo ulteriore riferimento è ovviamente a Mario Draghi. Ma no, non è questo che Travaglio fa ridere. Bensì per l'incipit: "Giuro che non ce l'ho con Draghi", esordisce il direttore. Ed è qui che ci si smascella, che si ride a crepapelle della super-maxi-giga balla che riesce a mettere nero sul bianco alla riga numero uno.
Marco Manetta, dopo aver detto di non avercela con lui aggiunge che "scrivo per il suo bene, alla luce dei sondaggi che lo danno in calo per colpa non sua (è lì da un mese e mezzo), ma dei suoi amici di lingua che si stanno rivelando i suoi peggiori nemici". Dunque, il consueto profluvio di bla-bla firmati Travaglio. Ma ci si può fermare qui, a quel "giuro che non ce l'ho con Draghi". Basta e avanza. Per metterlo in ridicolo, ovviamente. Basti pensare che da quando è stato detronizzato il suo cocco-Conte, il Fatto è costruito sistematicamente, ogni santo giorno, per ricordarci quanto fosse bravo il presunto avvocato del popolo e quanto, al contrario, Draghi non lo sia. E si continua a ridere, sguaiatamente.
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