Grosso rischio
Carlo Nordio avverte Mario Draghi: "Se entra nel campo minato della giustizia, verrà indebolito"
Mario Draghi farebbe bene a guardarsi le spalle, perché "appena entrerà nel campo minato della giustizia, i giacobini e i giustizialisti cercheranno di indebolirlo". Parola di Carlo Nordio che da ex magistrato è ferrato in materia. "È la prima volta - spiega al Giornale dopo il discorso del nuovo premier alle Camere - che si afferma di non voler inasprire le pene e creare nuove fattispecie di reati. Forse, qualcuno non ha compreso che potremmo finalmente essere alla vigilia di una rivoluzione: i corrotti non vanno intimiditi ma disarmati". E sarà proprio questo a mettere i bastoni tra le ruote all'ex presidente della Banca centrale europea. Draghi, con l'intento di eliminare la farraginosa burocrazia, potrebbe attirare a sè molte critiche. "Sempre - è la precisazione di Nordio - che non rimanga almeno all'inizio nell'area civile".
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In caso contrario - è l'avvertimento - "poniamo che si occupi della prescrizione o che voglia modificare i criteri di elezione al Csm. A quel punto l'uomo gode di un prestigio che lo rende inattaccabile. Anzi, un'inchiesta che anche solo lo sfiorasse si rivelerebbe un boomerang per chi l'ha promossa. Ma come ha spiegato Paolo Mieli le standing ovation possono lasciare il posto a punture di spillo subdole. Fra parlamento, tv e giornali". Nulla di nuovo sotto il sole. Con la differenza che contro una personalità così cristallina "si utilizzano le intercettazioni in cui due persone parlano di una terza, in questo caso il presidente del Consiglio. Ecco che quel colloquio, che non significa nulla ma può sporcare l'immagine, viene passato alla stampa amica".
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Un rischio che aumenta con l'aumentare della durata di Draghi al governo. Una tesi sostenuta anche dall'ex direttore del Corriere della Sera che ha messo in guardia il premier dal Fatto Quotidiano: "Negli ultimi trent'anni non c'è stato governo, soprattutto se aveva una immagine forte, che non abbia avuto problemi con il sistema della giustizia". E Draghi non potrà esserne da meno: "Vedo che un giornale come il Fatto Quotidiano è schierato dalla parte degli scissionisti.. Sarebbe una forma di libera espressione giornalistica se non sapessimo che il Fatto è un giornale molto caro alla magistratura più militante. Aspettiamo e vediamo...". Niente promette bene.
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