Lettera
Barbara Berlusconi su Libero bloccato da Twitter: "Con quale criterio scelgono a chi mettere il bavaglio?"
Gentile Direttore, ho appreso con preoccupazione che Twitter ha bloccato Libero non spiegandone i motivi. Il comportamento dei più importanti social in queste ultime settimane non può che inquietare: con quale criterio si imbavaglia una idea rispetto ad un'altra? Un sito rispetto ad un altro? Fino e con quali argomentazioni si può spingere un'arbitraria censura di una azienda privata? Perché discusse personalità politiche mondiali, invece, sono libere di comunicare i loro pensieri? Questa nuova e discutibile policy dei più importanti social americani mette in crisi l'idea stessa di libertà e di democrazia. Non posso pensare che si deleghi a Zuckerberg, o ad altri magnati di imprese private, il destino delle Nazioni. O che, ancor peggio, attraverso il monopolio della comunicazione, aziende private indirizzino l'opinione pubblica. Perché la domanda successiva sarebbe: su mandato di chi, di quale lobby di potere o di quale interesse privato i social media tolgono alle persone il diritto a esprimere la propria opinione? Sulla base di una valutazione discrezionale, dunque, un'azienda privata prende una decisione che pone lo stesso social media al di sopra dell'autorità politica, eletta dai cittadini. Se si accetta un comportamento del genere, allora si accredita definitivamente lo strapotere delle tech corporation che già controllano il mercato della comunicazione a livello globale e ora si apprestano a controllare anche l'indirizzo politico degli Stati. Tutto ciò è inaccettabile. Oltre che pericoloso. Il fatto che siano società private non li giustifica e non li copre da scelte arbitrarie di questo tipo, come quelle di escludere a piacimento persone e pensieri non graditi. Anzi, le corporazioni dovrebbero essere investite di ancor maggiore responsabilità nel garantire la pluralità di opinioni e di posizioni politiche. Credo fermamente che la libertà di pensiero e di espressione siano il fondamento su cui si poggiano i diritti umani. Per questo sacrificare/invalidare la libertà di esprimersi significa oltraggiare i più fondamentali diritti dell'uomo, opprimendone la stessa natura, con lo scopo di dominare la verità. «Non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle». Anche se non è certa l'attribuzione di questa frase a Voltaire, mi sento di condividerla.