Bacchettata

Selvaggia Lucarelli contro la Boschi: "L'intervista dalla Gruber? Perché fossi in lei mi sentirei offesa"

L'intervista di Lilli Gruber a Maria Elena Boschi a Otto e mezzo ha scatenato diverse polemiche su Twitter e soprattutto tra i renziani, corsi subito in soccorso della loro compagna di partito per esprimerle solidarietà. Alcuni, infatti, hanno considerato ostile la giornalista in studio. Per Selvaggia Lucarelli non è andata così. "Cari renziani, far domande non è sessismo", così si intitola il suo articolo per il Fatto Quotidiano. La giornalista definisce i membri di Italia Viva "soldatini, che pensano, nella comunicazione, di doversi muovere sempre compatti, in gruppo, come gli gnu nel Serengeti". Quello andato in onda su La7 l'8 dicembre, per Selvaggia Lucarelli, è stato solo un "confronto acceso tra una giornalista che ha il diritto (ma volendo pure il dovere) di essere incalzante e una politica che ha il diritto di rispondere a tono". Tra l'altro, la Lucarelli ha fatto notare come le due abbiano discusso ad armi pari: "Non ho intravisto i fratelli Bianchi da Colleferro dietro la Gruber".

 

 

 

I membri di Italia Viva, poi, hanno espresso dissenso per le domande della Gruber sulle foto di Chi in cui l'onorevole compare con il suo compagno senza mascherina. Elena Bonetti su Twitter ha scritto: "Da donna mi permetto di dire che l’accanimento sulla vita privata delle persone è sempre fuori luogo". Addirittura il deputato Luciano Nobili ha utilizzato l’hashtag #25novembre come richiamo alla giornata contro la violenza sulle donne. La firma del Fatto ha ricordato che dalla Gruber lo stesso trattamento venne riservato anche ad altri esponenti politici, come Matteo Salvini o Luigi Di Maio. Poi ha aggiunto: "Qui le donne, la violenza, gli attacchi personali, il sessismo non c’entrano nulla. Qualcuno dovrebbe spiegare ai renziani la differenza tra un attacco sessista e una discussione politica con una donna - ha scritto Selvaggia Lucarelli -. E al posto della Boschi mi sentirei profondamente offesa all’idea di essere difesa in quanto donna e non in quanto interlocutore politico". Secondo la giornalista, il sessismo, al massimo, è quello dei suoi compagni di partito, che "la ritengono parte di una categoria fragile – quella femminile – dunque incapace di sopravvivere a un’intervista cazzuta".