Rivelazioni
La Vita in Diretta, la confessione di Alberto Matano: "Un gran fi***", perché deve tutto a Luciana Littizzetto
Alberto Matano è nato a Catanzaro. Tanta gavetta durante e dopo la laurea in Giurisprudenza, il corso di Perugia e l'entrata in Rai. Primo contratto nel 1999, l'esperienza formativa in Radio, Tg1 a 33 anni con, prima, le conduzioni a notte fonda e poi l'approdo all'edizione delle 20. Il salto come giurato esterno a Ballando con le Stelle e infine la conduzione su Rai Uno de La vita in diretta, con cui batte regolarmente la concorrenza di parecchi punti di share, facendo record di ascolti. Il giornalista si racconta in una intervista alla Stampa e spiega il momento in cui è diventato un personaggio popolare. "Grazie a Luciana Littizzetto". Dal balconcino dell'Ariston a Sanremo la comica disse a Mollica che Matano era un gran figo. "Espresse il desiderio di conoscermi. Devo dire grazie a lei e a Mollica, che in Rai chiamiamo 'Presidente'. Fu lui a pronosticarmi quello che è puntualmente accaduto. Dopo andai a Che tempo che fa per incontrare Luciana con un mazzo di fiori, mai immaginando che quei due episodi avrebbero acceso un faro su di me. Di ritorno da Milano, scendendo dall'aereo, accesi il telefono, avevo migliaia di messaggi. Due mesi dopo conducevo il Tg delle 20".
Si schernisce se lo definiscono bello. "Mai sentito tale. Mai fatta la vita facile dei belli. Una scoperta recente, anche se fin da ragazzo non ho sofferto problemi sentimentali dati dall'aspetto fisico. Non so se mi ha aiutato essere percepito come tale, ma non l'ho presa come un punto di forza. Racconta di essere perseguitato dalle fake news in rete, migliaia al giorno. "Un incubo. Una pandemia di notizie non vere. Sono felice della popolarità ma tanti falsi scoop mi sommergono". E la vita privata, impegnato sentimentalmente? "Non sono single. È fondamentale ritagliarsi degli spazi propri. Famiglia, punti di riferimento, affetti importanti. Trovo spazio per i nipoti che crescono, per i genitori a Catanzaro, per la mia vita affettiva. Se non stacchi, muori. Ma non mi piace dire di me. Non mi voglio sentire obbligato a regalare brandelli di intimità. Deciderò io quando e se parlare di me., conclude il giornalista.