Toghe
Marco Travaglio e Berlusconi, Palamara difende il Cav e il direttore perde il controllo: "Per i cortigiani di Arcore..."
Sa già tutto, Marco Travaglio, anche quando i diretti interessati ne smentiscono le tesi (e i pregiudizi). Un passaggio del suo ultimo editoriale sul caso di Luca Palamara e le mani sporche della magistratura, in questo senso, è esemplare. Si parla di Silvio Berlusconi e delle numerose sentenze avverse contro l'ex premier, che secondo Palamara sarebbero da rileggere e da rivalutare col senno di poi. Traduzione: vista la non specchiata indipendenza intellettuale di certe toghe, qualche condanna potrebbe essere stata "forzata". E il direttore del Fatto quotidiano si scandalizza: "Per i cortigiani di Arcore - ed è già tuto un programma - le chat trasformeranno i reati di B. in virtù cardinali e il Caimano in un martire perseguitato: certo, come no". Beato Travaglio e le sue inscalfibili certezze (anche a sprezzo del ridicolo).
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