L'atto di accusa

Giuseppe Conte, l'ora dell'inchiesta: Franco Bechis e l'atto di accusa della Corte dei Conti

Medici mandati allo sbaraglio e protezioni insufficienti, ma per settimane nessuno si è mosso. Lo scrive Franco Bechis, secondo cui è arrivata l’ora di un’inchiesta sulle presunte colpe del governo nella gestione dell’emergenza coronavirus. Per il direttore de Il Tempo l’atto di accusa più grave arriva direttamente dalla Corte dei Conti, che nel suo documento sullo stato della finanza pubblica non ha risparmiato critiche all’impreparazione e all’inefficienza di questo governo. “La mancanza di un efficace sistema di assistenza sul territorio ha lasciato la popolazione senza protezioni adeguate”, si legge nella relazione, che punta anche l’attenzione su “l’insufficienza delle risorse destinate al territorio”, che ha reso “più tardivo e ha fatto trovare disarmato il primo fronte che doveva potersi opporre al dilagare della malattia”.

 

 

Bechis sottolinea che il rapporto della Corte dei Conti è arrivato in un momento chiave perché nelle procure si sta analizzando cos’è andato storto a febbraio e nella prima parte di marzo, in cui gli effetti del coronavirus sono stati drammatici, nonostante il governo avesse dichiarato l’emergenza sanitaria a fine gennaio. Il premier Giuseppe Conte viene descritto in grande fibrillazione e piuttosto nervoso, soprattutto per la vicenda della zona rossa nel bergamasco: il dossier difensivo di Palazzo Chigi si basa su una vecchia legge che permetteva alle Regioni di adottare misure restrittive a protezione della salute dei cittadini.

Ma Bechis evidenza che il governo, proprio prima della crisi, aveva messo in mora quella norma impugnando con indignazione un’ordinanza della Regione Marche, che aveva deciso la chiusura delle scuole sulla base di quella legge. “Avendo sospeso i poteri di quell’ordinanza - scrive il direttore de Il Tempo - e avviato il ricorso alla Corte Costituzionale, il governo ha intimidito tutte le altre regioni vietando l’adozione di autonome decisioni, e quindi è sulle spalle esclusive dell’esecutivo la scelta di non fare la zona rossa ad Alzano e Nembro. Ce n’è abbastanza per un’inchiesta giudiziaria e politica su quelle terribili settimane, perché è più che necessario individuare le responsabilità di questo governo”.