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Littizzetto regina del mattone. ha 14 appartamenti e 6 box

Matteo Legnani

Fabio Fazio e Luciana Littizzetto quest’anno non sono riusciti a conquistare il pubblico di Sanremo né con la performance canora di lui in impermeabile da esibizionista né con i balletti e i monologhi sempre più scurrili di lei. Ai due non è bastato cambiare look ne scosciarsi e strusciarsi per far impennare uno share demoralizzante a causa di numeri algebrici. Certo la nostra coppia di artisti si consolerà controllando altri numeri, magari quelli dei conti correnti o delle proprietà immobiliari. Ed è proprio nel «Ballo del mattone» che i due campioni della televisione nazional-popolare, quella delle Raffaella Carrà e delle battute grassocce dimostrano di essere insuperabili, anche se tra i due la più brava è lei. In questi giorni chi l’ha vista saltellare sul palco dell’Ariston potrebbe non riuscire a immaginarla seriosa e abile collezionista di proprietà immobiliari nel suo Piemonte. "In provincia di Torino la signora ha messo da parte 21 fabbricati: 14 appartamenti, 6 garage e un deposito", spiega Massimo d’Andrea, il geometra che negli anni scorsi ha svelato il patrimonio immobiliare di Antonio Di Pietro e che con Libero ha accettato di passare ai raggi x le proprietà di Littizzetto e Fazio e di metterle a confronto. "Dal ‘98 a oggi hanno entrambi costruito un patrimonio di tutto rispetto in termini di investimento". Fabio ha concentrato la maggior parte dei suoi soldi nella villa di  Celle Ligure (Savona), mentre lei ha preferito diversificare. "Nonostante la similarità del valore investito, probabilmente la signora vanta una rendita molto più alta essendo riferita a più unità immobiliari, diverse per zona e tipologia, quindi facilmente alienabili", conclude D’Andrea. Alcuni appartamenti di Luciana si trovano in zone di prestigio dove beni simili sono stati messi in vendita a prezzi che oscillano da un minimo di 4500 a un massimo di 5500 euro al metro quadrato. Stiamo parlando della zona precollinare di Torino, la più lussuosa della città, quella che ruota intorno a via di Villa della regina dove la nostra ha fatto acquisti degni della toponomastica.  Ma vediamo nel dettaglio: per la verità il primo rogito, risalente al 1998, non è in Piemonte, ma a Milano, dove Luciana, allora trentaquattrenne, stava facendo carriera. Infatti in quel periodo è già una comica molto conosciuta grazie a programmi come Avanzi, Mai dire gol e Quelli che i calcio. Con Aldo Giovanni e Giacomo è fresca protagonista dell’incredibile successo di Tre uomini e una gamba. Ebbene, nel 1998, bagna cotanti successi comprando due vani e mezzo in via Guicciardini. Nel 2000 sbarca nella sua Torino, dove è nata, e acquista sei vani nella Beverly hills cittadina. Nel 2001 lascia La7 con un bel gruzzolo, avendo ottenuto buon uscita e penali per l’annullamento del Fab show in cui era prevista la sua partecipazione. Nel 2003 spiazza Sanremo con un bacio in bocca  a Pippo Baudo che evidentemente le porta fortuna. Negli stessi giorni acquista due appartamenti a Torino recentemente ristrutturati e con garage: uno di 10 vani, l’altro di sei. Nel 2004 altra casa con 9 stanze nella stessa via “regale”. Nel 2006 cambia zona e compra 5,5 vani a Bosconero (Torino), paese d’origine dei genitori. Dal 2007 al 2009 arrivano altri tre acquisti nel capoluogo, per un totale di 11,5 camere. Nel 2011 Luciana si scatena comprando 4 case, tre a Bosconero per 10 stanze e una a Torino di 4 vani. Nel 2012 altri due immobili e 8 camere nel capoluogo. Il computo è degno della reggia di Caserta con 72,5 vani a disposizione, distribuiti in 15 appartamenti, a cui vanno aggiunti garage e depositi. In questa gara l’immobiliarista Fazio si ferma a 70 camere spalmate però in soli otto immobili, in cui primeggia il villone di Celle Ligure con i suoi tredici vani a cui vanno aggiunte due depandance, 7 mila metri di uliveto e una piscina olimpionica. Fortune non immaginabili agli esordi televisivi di questi due figli della piccola borghesi italiana. I genitori di Luciana erano proprietari di una latteria e lei, dopo il diploma al conservatorio in pianoforte e la laurea in lettere con una tesi sulla «luna nel romanticismo», sembrava destinata a un futuro da insegnante e non certo da stella. Un futuro a cui non si è rassegnata col cipiglio della giovane rivoluzionaria, testimoniato dagli esordi giornalistici sul foglio del gruppo Gioventù operaia. A cambiare la sua vita non sono stati però i tomi marxiani, ma le sue battute da avanspettacolo non proprio radical-chic. Lauti guadagni sono arrivati pure dai successi in libreria con best-seller come Ti amo bastardo, La principessa sul pisello o Sola come un gambo di sedano, trionfo da un milione di copie. Tutti titoli pubblicati con la berlusconiana Mondadori e che probabilmente non passeranno alla storia della letteratura, ma che le hanno permesso di fare shopping selvaggio nel campo del mattone. Insomma anche Luciana, nonostante il rivendicato impegno civile  e a braccetto con la solita compagnia di giro di artisti di sinistra o presunti tali (da Luca e Paolo ad Aldo, Giovanni e Giacomo alla banda di Avanzi o a quella della Gialappa’s) ha saputo monetizzare al massimo le sue collaborazioni con Fininvest, oltre ovviamente a quelle in Rai dove Fazio l’ha voluta con sé anche a Che tempo che fa e nelle ultime due edizioni del Festival. Qui il suo spartito è diventato un monocorde elenco di parolacce. La prova provata che nella vita come a Sanremo sono più remunerative le battute da trivio che le sonate. di Giacomo Amadori