Casta senza fine

La Kyenge fa shopping con l'auto blu

Ignazio Stagno

Basterebbe una foto, anche perché le parole sono finite da tempo: l’ex ministro Cécile Kyenge - quella del meticciato, della lotta alle discriminazioni, delle battaglie per la cittadinanza facile - se ne esce, in tenuta da shopping e borsa alla mano, da un negozio d’alta moda, in via Frattina, piena zona pedonale di Roma, e si dirige verso un’auto blu, con un'altra berlina dietro e quattro guardie del corpo pronte a garantirle uno shopping sicuro. Sullo sfondo il popolo delle partite Iva, quello che non ce la fa più a reggere il carico fiscale, quello che chiede di finirla con la burocrazia, quello che ieri denunciava, proprio a pochi passi, la chiusura di 372mila imprese nel 2013. La foto è del direttore de La Padania Aurora Lussana. Altre ne sono state scattate da alcuni esponenti grillini, artigiani, commercianti, titolari di azienda. Quando hanno visto guardie del corpo e auto blu, si sono assiepati davanti al negozio. E Kyenge si è ritratta in camerino, prima di scattare verso la Volkswagen che l’ha condotta al riparo da occhi indiscreti, mentre fuori la folla gridava: «Vergogna».  Quegli scatti stanno facendo il giro di Facebook, scatenando un’ondata di commenti sdegnati, e anche qualcosa di più. Dietro la Kyenge-in-fuga la folla in protesta, ignara delle prodezze dell’ex ministro. Tra quelle voci c’erano anche tanti imprenditori delle zone terremotate della bassa modenese, in un anno e mezzo colpiti anche da un’alluvione e una tromba d’aria. Erano circa un migliaio, da settimane hanno annunciato la loro discesa a Roma, per chiedere una fiscalità di vantaggio per una zona funestata da tre calamità, che hanno prodotto 14 miliardi di euro di danni. A questa gente lo Stato non ha mai risparmiato un solo euro di tasse, solo proroghe su proroghe. Per la cronaca da quelle zone viene anche l’ex ministro Kyenge, modenese di Modena, che ha però preferito sfilare a pochi metri dagli imprenditori e sgattaiolare via con l'auto blu, dopo aver fatto spesa tra abiti e scarpe di grido. Sul web divampa l’ira.  «Và a laurà» scrive uno degli indignati. «Che sofferenza vederli così impuniti e strafottenti» commenta un altro. E c’è anche chi ironizza: «Fulgido esempio di abnegazione ed attaccamento allo Stato con il solo intento di risolvere i problemi della gente». di Filippo Manvuller