Il pagellone
Travaglio dà i voti al 2013: Napolitano, Renzi e Letta, sfottò per tutti
Non c'è mai stato anno più bello di questo 2013. Anzi, forse solo il 2014 potrà batterlo. Usa il sarcasmo, Marco Travaglio, per compilare il suo pagellone sull'anno che si sta chiudendo. Naturalmente, insufficienze per tutti tranne che per "quei brubru antipolitici dei 5 Stelle". Il vicedirettore del Fatto quotidiano si mette nei panni di un simpatizzante di Enrico Letta, finge di abboccare alle promesse del premier su "svolte generazionali" e "riforme in arrivo" e parte con la contraerea. Tanti bei finti complimenti al "pischello Napolitano", che ha messo l'Italia "alla pari dello Zimbabwe di Mugabe", al Letta nipote di Gianni ("unico caso di nipote più anziano dello zio"), ad Alfano "maggiordomo di B.", al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ("la colf dei Ligresti"), al "frugoletto Amato alla Consulta", ai presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso, "pronti a zittire chiunque osi nominare Napo invano". Il sospetto che, tra un'ironia e una velenosa battuta, il 2013 sotto sotto sia un po' piaciuto a Marco Manetta viene quando, naturalmente, si finisce a parlare di Silvio Berlusconi. "Il 1° agosto i soliti giudici che non si fanno mai i cazzi loro han rischiato di far saltare tutto con quell'assurda condanna". E invece, finge di gioire Travaglio, le larghe intese hanno resistito. Risultato: il governo dei favori e delle stangate. "L'Imu non la pagheremo più perché ora si chiama Tasi e ci costa di più". "I concessionari di slot dovevano 98 miliardi al fisco, ma il governo gli farà pagare 400 milioni, così imparano ad evadere. In compenso, un sacco di fondi neri per finanziare la politica, soprattutto dal 2017". E poi arriva Matteo Renzi, che attacca l'articolo 18 come avevano fatto Berlusconi, Monti, Fornero: "Ma loro, quando lo aggredivano, non avevano mica 38 anni". Se il rinnovamento dei quarantenni promesso da Letta è questo, suggerisce Travaglio sfregandosi le mani, ci divertiremo ancora per qualche anno. Gli italiani decisamente meno.