Righe di fuoco
Napolitano, Sallusti all'attacco: "Vecchio inacidito, golpista, sei il peggio dell'Italia"
"Golpe", "danni alla democrazia", "uomo di parte". I toni usati dagli esponenti di Forza Italia nei confronti di Giorgio Napolitano, che ha ribadito il suo no alla grazia per Silvio Berlusconi, sono durissimi. Ma in confronto a quelli esibiti da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, profumano di acqua di rose. Il titolo del quotidiano della famiglia Berlusconi è di per sé tutto un programma: "Il golpe è servito, Napolitano ricatta". Il ricatto è quello ai sostenitori del Cavaliere, che scenderanno in piazza il 27 novembre contro la decadenza. Napolitano si è detto preoccupato per quella manifestazione, e Sallusti non ci sta. Il suo editoriale, stringato, è una bordata dietro l'altra. "Perché, presidente, a che cosa dovremo stare attenti? Chi scenderà in piazza che cosa rischia? La galera, il fermo di polizia, la schedatura come sovversivo?", incalza il direttore, inviperito per "l'avvertimento, l'intimidazione" del Colle. Napolitano oggi darebbe la grazia a Sallusti? Votate il sondaggio di Liberoquotidiano "Vecchio inacidito" - Al monito del Quirinale il falco Sallusti replica con le accuse: "Le dico già ora che lei è il capo di una cospirazione che sta cercando di sovvertire la volontà popolare. Lei è un vecchio inacidito e in malafede indegno di occupare la più alta carica dello Stato". "Lei - prosegue - ha il pallino di zittire i cittadini che manifestano per la libertà (le ricordo che ha sulla coscienza migliaia di ungheresi trucidati dai russi con il suo consenso morale e politico)". I colpi sono assestati con forza: "Lei per scalzare Berlusconi ha comperato prima Mario Monti con la carica a senatore a vita, facendolo pagare a noi fin che campa". Quindi, e qui arriva la gomitata ad Angelino Alfano, "fallita la missione ci ha riprovato comperando un pezzo della dirigenza del Pdl, quello più debole, compromesso e ricattabile", e "ha venduto il Paese a Stati esteri, Germania in primis". "Golpista, peggio dell'Italia" - Finita l'antologia delle colpe, Sallusti conclude con la sfida: "Lei è un golpista, perché usa il suo potere al servizio della vecchia causa comunista oggi rivista e corretta in salsa lettiana. Noi scenderemo in piazza, contro la magistratura, contro la sinistra e contro di lei che rappresenta il peggio di questo Paese. Che le piaccia o no dovrà ascoltare". E se non lo farà? "Urleremo più forte, perché noi, a differenza sua e dei suoi tristi cortigiani, siamo uomini liberi".