Le spese del premier
Letta, 24 mila euro per rifarsi la poltrona
I famosi attributi di Enrico Letta più che di acciaio devono essere di piombo. Perché nel giro di poche settimane il premier deve avere sfondato la sua poltronissima a palazzo Chigi. Tanto da esser stato costretto nel mese di agosto a privarsene per il necessarissimo restauro, affidato alla piccola impresa romana di Davide Torrenti, che ha battuto sul filo di lana l’unico altro concorrente che si era presentato per ottenere la commessa: la srl Fonte Italia. Già che c’era Letta ha fatto rimettere a posto anche le seggiole dello studio, e con una seconda commessa vinta sempre da Torrenti, si è fatto riparare le tende che proteggono lo studio dal sole e dagli sguardi indiscreti. Per il contratto «restauro poltrone studio ufficio del Presidente del Consiglio» sottoscritto il 17 giugno scorso e poi eseguito appunto ad agosto, se ne sono andati 23.982,93 euro Iva compresa. Una bella somma, se si pensa che la maggiore parte degli italiani non riescono a guadagnare quella cifra lorda in un anno. Il 76,04% dei contribuenti italiani presenta una dichiarazione dei redditi con una cifra lorda inferiore alla fattura per restaurare la poltrona del presidente del Consiglio. L’avessero avuta a casa avrebbero scelto naturalmente di mantenerla così sfondata, trovando soluzioni alternative per fare posare eventuali attributi di piombo. Le tende - Il grande restyling dell’ufficio Letta non è finito lì. Per riparare le tende è infatti arrivata una seconda fattura di 8.369,65 euro comprensiva di Iva ancora al 21%, visto che il piccolo restauro è avvenuto fra l’11 e il 31 luglio scorso, prima che scattasse il nuovo aumento dell’Iva. I lavori non sono terminati lì: qualche settimana dopo (il 12 settembre) sono arrivati dalla Euroclone anche due nuovi «manicotti in plastica (guanti) per controllo posta per la sala K dell’ufficio del presidente del Consiglio». Spesa ovviamente assai più contenuta: 728,42 euro Iva inclusa comprensivi anche di regolare «posa in opera» (installazione) da parte della ditta prescelta. Sgabelli - Sono poi stati appena consegnati dalla Corridi srl due sgabelli girevoli per l’anticamera del presidente. L’amministrazione di palazzo Chigi li ha acquistati al mercato elettronico della pubblica amministrazione per 336,38 euro. Sono sgabelli di un certo pregio: «girevole con braccioli, schienale elevabile e reclinabile, elevabile a gas, rivestimento in tessuto ignifugo o similpelle». Si aggiungono agli arredi già rinnovati per gli uffici del nuovo governo poche settimane dopo l’insediamento: il 3 giugno scorso la Sitland spa ha consegnato a palazzo Chigi sedie da ufficio nuove di zecca per 42.510,33 euro. E già il 14 giugno successivo la Corridi sas aveva consegnato 6 sgabelli simili a quelli che sarebbero poi arrivati nell’anticamera del premier. Costo complessivo: 1.009,14 euro. Portone - Un’altra ditta si è occupata di qualcosa che non andava evidentemente all’ingresso di Palazzo Chigi. Il danno in questo caso dovrebbe essere stato provocato proprio nelle ultime ore del governo di Mario Monti, perché i primi contatti risalgono al 22 aprile scorso, quando Letta non si era ancora insediato lì. Il 13 maggio però è stato proprio il nuovo premier a fare firmare il contratto ufficiale con la Figera srl di viale Mazzini a Roma per la «riparazione e revisione del portone pedonale di ingresso principale», che probabilmente era stato danneggiato anche solo dall’usura. Con 740,05 euro è stato rimesso a posto pure quello. Intanto che c’era, quello stesso 13 maggio Letta ha fatto firmare due altri contratti con la Controlsecurity per mettere in sicurezza sia palazzo Chigi che le sedi distaccate della presidenza del Consiglio dei ministri. Per «interventi sui sistemi di sicurezza e posizionamento telecamere» sia a palazzo Chigi che a Palazzo Verospi sono stati spesi in tutto 4.597,790 euro più 965,54 euro di Iva per un totale di 5.563 euro. A Villa Doria Pamphilj, utilizzata dalla presidenza del Consiglio per incontri internazionali, invece la Controlsecurity ha installato una nuova telecamera Dome SPD5627R pagando 1.359,25 euro più Iva di 285,44 euro per un totale di 1.644,69 euro. di Franco Bechis