Il lato oscuro delle Ong
Sea Watch, Alex e Sea Eye, dubbio Calderoli: "Che caso, trovano sempre gommoni. Forse...". Cosa non torna
Cosa non torna sulle Ong. È Roberto Calderoli, vicepresidente leghista del Senato, a esprimere in modo sibillino i dubbi di molti italiani sui salvataggi nel Mediterraneo. "Prima la Sea Watch, poi ieri Alex, adesso oggi la Sea Eye. Questa navi delle Ong vanno tutte nelle acque libiche e sorprendentemente trovano subito un gommone alla deriva, con a bordo un numero accettabile di immigrati, tra i 50 e i 60, in attesa di soccorso". Leggi anche: Carola Rackete querela Salvini, lui risponde. "Comunista viziata, non ti temo" "Curioso davvero - commenta il senatore -, ovviamente sappiamo che si tratta di semplici coincidenze, ci mancherebbe, anche se, volendo, a pensar male, si potrebbe immaginare che queste navi vadano a colpo sicuro, sapendo dove intercettare i gommoni". Le Ong utilizzano piccoli aerei da ricognizione, che perlustrano il Mediterraneo, e spesso ricevono gli allarmi di migranti a cui gli scafisti, prima di abbandonarli al loro destino, consegnano un telefono satellitare. Ma forse, suggerisce Calderoli, c'è dell'altro: "Si potrebbe persino immaginare che siano in contatto con i trafficanti di uomini...". Un "brutto pensiero" su cui però però cercherà di far luce il pm di Agrigento Luigi Patronaggio, che sta indagando su Carola Rackete, capitana della Sea Watch, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'interrogatorio è previsto l'8 luglio, e potrebbe emergere qualche dettaglio illuminante.