L'intervista

Massimo Gandolfini a Pietro Senaldi: "Minacciato di morte dai gay perché difendo la famiglia"

Maria Pezzi

«Se la Presidenza del Consiglio ha rifiutato di concedere il proprio patrocinio al Congresso Internazionale della Famiglia che si terrà il prossimo fine settimana a Verona, tanto meglio. Come simbolo sulle carte ci metto lo stemma della Repubblica, così non devo neppure ringraziare chi non ha fatto nulla per sostenere un' iniziativa che è in difesa della società italiana e del Paese». Il leader del Family Day Massimo Gandolfini, neurochirurgo bresciano con sette figli adottivi, si avvia a essere l' uomo più contestato della settimana che precede l' appuntamento in difesa dei nuclei tradizionali. Solo negli ultimi giorni, il vicepremier Di Maio e tutti i grillini gli hanno rimproverato di voler riportare l' Italia al Medio Evo, la pasionaria zingarettiana Monica Cirinnà si è appesa un cartello al collo per dirgli che lui e quelli come lui fanno una vita di me, don Ciotti l'ha accusato di prendere parte a una kermesse vergognosa. Ha contro la sinistra, Cinquestelle, molte associazioni omosessuali, le femministe, i no global, attivisti di ogni genere e perfino qualche prete. «Se è per questo, ho ricevuto anche minacce di morte» racconta. «Un gruppo che si firma "Transfroce Antifascisti" mi ha recapitato un messaggio: "Appendete Gandolfini". Gli antifascisti vogliono farmi fare la fine di Mussolini. Chi mi attacca dice che limito i diritti altrui ma poi soffoca la mia libertà di pensiero. Viviamo un' emergenza democratica: questa levata di scudi contro la famiglia, un' istituzione tutelata dalla nostra Costituzione, mi preoccupa molto, non me l' aspettavo. Si immagini cosa avrebbero fatto di me se ci fosse stata una minaccia di morte a Luxuria o Scalfarotto firmata Family Day». Cosa intende lei quando parla di famiglia? «Intendo la famiglia prevista dalla nostra Costituzione, fondata sul matrimonio, e dall'articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che parla di unione tra uomo e donna». Una coppia eterosessuale con figli non sposata non è una famiglia per lei? «È una coppia di fatto, ma non aveva bisogno di essere regolata dalla legge sulle unioni civili, era sufficiente estendere quella del matrimonio civile. La scelta di queste coppie di non sposarsi andava rispettata, invece si è voluta fare una normativa ad hoc per parificare le coppie eterosessuali a quelle omosessuali e aprire così la strada alle adozioni gay e agli uteri in affitto. Poi per fortuna la sinistra ha perso le elezioni e il vento è cambiato». I nuclei omosessuali invece per lei non sono una famiglia? «Le famiglie arcobaleno, quelle plurime, quelle allargate, non sono famiglie vere. Sono unioni affettive che non rientrano nella fattispecie prevista dalla nostra Costituzione e sono un'insidia per le famiglie tradizionali». Cosa minaccia di più oggi la famiglia tradizionale? «Il nemico, se vogliamo usare questo termine antipatico, sono l'ideologia gender e le famiglie Lgtb. Io sono per la libertà sessuale, ognuno va a letto con chi crede e merita comunque il massimo rispetto, però in una famiglia omosessuale il problema è quello della negazione dei diritti del bambino. Se una legge sovrappone l'unione civile alla famiglia naturale, automaticamente scatta il diritto di gay e lesbiche ad adottare e questo è sbagliato perché i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre». C' è chi sostiene che è una visione antiquata. «La differenza dei sessi tra i genitori crea un ambiente socialmente, antropologicamente e neurobiologicamente più vantaggioso per il bambino, che per strutturare la propria personalità ha bisogno di due figure differenti. È provato scientificamente. Riconoscere le famiglie gay poi significa legittimare la pratica dell' utero in affitto, che è vietata in Italia, e che è inaccettabile, non solo perché vìola il diritto del bimbo ad avere una madre e perché è una grave offesa alla dignità della donna, usata come corpo senz' anima. Ci pensino le femministe». Cosa farebbe se uno dei suoi sette figli le confessasse di essere omosessuale? «Continuerei ad amarlo, rispettarlo e trattarlo come gli altri. Ma gli direi anche che probabilmente lo attende una vita difficile e che io sono qui per aiutarlo, se posso e vuole. L' omosessualità non è una via obbligatoria, spesso è un comportamento che può essere cambiato senza costrizioni». Leggi anche: Laura Boldrini apre all'utero in affitto Potrebbe essere davvero appeso ai piedi per questa affermazione. Bergoglio ha detto: «Chi sono io per giudicare i gay». «Sono d' accordo, io non giudico nessuno, ma condanno le leggi che vanno contro la famiglia naturale. Per noi credenti il potere di giudicare le persone spetta solo a Dio. Però le idee si possono giudicare e si devono combattere, se sbagliate. Se lei ha fatto attenzione a quanto ha dichiarato il segretario del Vaticano presso l' Onu proprio qualche giorno fa, saprà che l' ideologia gender e Lgtb è il nemico della Chiesa, indicato proprio da Papa Francesco. E se devo dirla tutta, i primi a fare le spese di essa sono gli omosessuali, che non vengono rispettati nella loro individualità ma finiscono vittime di una colonizzazione disumanizzante. Il gay è un individuo che va compreso e accolto contro ogni discriminazione, il gender è un' ideologia che, come dice Papa Francesco, va combattuta». I gender sono quattro gatti, eppure stanno influenzando e potrebbero cambiare il modo di pensare di tutto il mondo, come se lo spiega? «Io rispetto tutti e riconosco dignità a tutti, ma nelle reciproche differenze. Secondo la teoria gender invece sono tutti indistinti. Questa ideologia è nemica dell' umanità, perché inventa un terzo sesso per porre le basi di una società che scardina con violenza la famiglia in nome di un inesistente neutralismo sessuale e del divorzio tra identità sessuale e di genere». Sono accuse pesantissime, ma ripeto: poiché i gender sono quattro gatti, a chi interessa sposarne le battaglie? «Se salta la famiglia, che è il cardine di ogni Stato e il riferimento primo di ciascun individuo, le società si indeboliscono e le lobby internazionali e globaliste ci guadagnano. Un bambino che non ha un genitore naturale o che ne ha cinque o sei, diventerà un individuo debole, quindi manipolabile. La teoria gender è funzionale ai grandi gruppi di potere». È la sua avversione alle lobby internazionali che la porta a schierarsi politicamente con i sovranisti? «Fratelli d' Italia e Lega, con una parte di Forza Italia, ma non tutta, sono gli unici partiti che sostengono le nostre battaglie e condividono i nostri valori antropologici. Ci schieriamo politicamente con loro perché non c' è di meglio. Il Pd ha accorciato i tempi del divorzio e fatto le nozze gay e aveva in programma l' eutanasia, le adozioni omo e l' utero in affitto. come pensa che potrei sostenerlo?». L' aveva detto a Renzi in piazza durante il Family Day: "Non ci dimenticheremo" «Quand'era premier per tre volte gli ho chiesto di incontrarmi ma non ho mai avuto risposta. Ha approvato leggi palesemente contro il dettato della Chiesa, nella sua sconfitta c' è anche la bocciatura del mondo cattolico, da cui pure proveniva». Perché non si candida? «Ho ricevuto proposte, e da tanti, ma non lo farò mai. Non rinuncio però a muovermi dietro le quinte e suggerire candidature. Ne ho fatti eleggere tanti». Perché no? «Rappresento un movimento civile molto compatto sui temi etici, ma un partito non può limitarsi a questo. Dentro il Family Day abbiamo idee diverse sull' Europa, le tasse, l' immigrazione, perciò non mi candido. Non voglio ripetere l' errore di Adinolfi: i partiti etici non esistono e le nostre battaglie valgono più della percentuale che potrebbero raccogliere nell' urna». Si sente abbandonato dalle gerarchie ecclesiastiche? «La giro in positivo: mi ha fatto piacere l' appoggio al Congresso di Verona e spero in futuro in un maggior sostegno da parte delle gerarchie, visto che predichiamo quel che dice Francesco, che nella sua Amoris Laetitia distingue tra la famiglia e la condizione omosessuale. So che la Chiesa è con noi ma auspico un maggior appoggio anche pubblico. Ne abbiamo bisogno e non vogliamo sentirci figli di un Dio minore». Perché a lei piace Salvini e alla Chiesa no? «Le rispondo con le parole del Segretario di Stato Pontificio, Pietro Parolin, che si è detto nella sostanza d' accordo con i problemi che solleva la Lega ma ne ha bocciato i toni e i metodi ruvidi. Sull' immigrazione, Salvini e la Chiesa non la vedono in modo troppo distante, ma la Lega incarta la sua politica razionale con slogan che la Chiesa non può sottoscrivere». di Pietro Senaldi