LiberoVeleno
Santoro e Travaglio mandano Ruotolo in Albania. Obiettivo: Innocenzi come il Trota
Dall'inserto satirico LiberoVeleno. Roma. Appartamento privato di un palazzo in un quartiere residenziale. Interno giorno. È la mattina del 16 ottobre e dalle finestre filtrano le prime luci dell'’alba. All'’interno c'’è un uomo sveglio già da un po'’ e impegnato nei preparativi tipici di chi si appresta ad affrontare un viaggio improvviso, una missione all’'estero. Un paio di camicie inamidate nella valigia; un’'occhiata veloce per verificare che il passaporto sia al suo posto, nel portadocumenti dentro la tasca della giacca; una sciacquata al viso e qualche colpo di spazzola mentre la macchinetta del caffè inizia a brontolare sul fornello acceso. Gesti che si susseguono con grande rapidità, ma con un ordine rigoroso. Un metodo e una sicurezza propri di chi è abituato ad essere buttato giù dal letto per evenienze di questo tipo. Esattamente come il protagonista di questa nostra storia, il buon vecchio Sandro Ruotolo, inviato di punta al servizio di Santoro e famoso proprio per essersi guadagnato sul campo i galloni di "giornalista di strada". Uno di quelli tosti, sempre pronti ad essere catapultati in ogni angolo del mondo a seguire le vicende più scottanti e delicate. Stavolta però sembrerebbe che la missione assegnata a Ruotolo in terra d'’Albania sia davvero troppo impegnativa anche per un veterano come lui. L'’idea di spedire di corsa a Tirana il loro inviato di punta nasce da Travaglio e Santoro nel corso di una riunione di redazione organizzata in tutta fretta la sera del 15 negli studi de La7. Si tratta di raccogliere l’'imperdibile testimonianza di qualche altra escort, pronta ad aggiornarci sui problemi di tenuta del culo flaccido del Cav? C’'è da mettersi sulle tracce di un pericoloso boss dei Casalesi riparatosi sulle rive a est dell'’Adriatico? Nient'’affatto. L'’urgenza cui il fido Ruotolo deve far fronte è legata a un accadimento ben più drammatico: poche ore prima di quella riunione la "maestrina" del programma, Giulia Innocenzi, è stata bocciata all'’esame d'’idoneità professionale. Una tragredia autentica, capace di sputtanare tutto il gruppo di Annozero. Specie se si pensa che la signorina, con la sua proverbiale saccenza, non aveva fatto altro, fino a quel momento, che declamare all’'universo mondo le virtù didattiche del duo Santoro-Travaglio: "una grandissima scuola di giornalismo", per dirla con una sua famosa espressione. Terrorizzati dall'’idea che d'’ora in avanti a qualche malalingua sarebbe potuto venire in mente di rispondere a quell'’affermazione con un ironico "E s'’è visto!", Michele e Marco hanno pensato bene di prendere immediati provvedimenti. E come non correre col pensiero in terra balcanica quando si tratta di riparare in segreto a una sonora bocciatura? "Se in Albania c’'è riuscito pure il Trota a superare gli esami, potrebbe farcela persino la nostra ‘maestrina’", si sono detti all'’unisono. E così qualche ora più tardi Ruotolo era già al check-in di Fiumicino. In queste ore, molto probabilmente, sarà a colloquio col rettore dell'’Università Kristal di Tirana. Ma stavolta in incognita assoluta e a telecamere rigorosamente spente. Perché se i telespettatori di Annozero dovessero scoprire che i compagni, per far passare un esame alla "santorina", sono ridotti a bussare allo stesso portone varcato dall'’erede somaro dell'’odiato Senatur, è la volta buona che Ruotolo, Santoro, Travaglio e Vauro restano senza lavoro per davvero. Altro che editto bulgaro di Berlusconi. di Alessio Di Mauro