Ex magistrato
Cesare Battisti, Giancarlo Caselli contro Salvini e Bonafede: "Non è uno scalpo da esibire"
"Non bisogna esagerare, quello di Cesare Battisti non è uno scalpo da esibire". Giancarlo Caselli, magistrato simbolo della lotta a mafia e terrorismo, intervistato dall'agenzia AdnKronos commenta così l'arresto e l'estradizione di quello che "resta un pericoloso criminale che deve espiare la pena inflittagli, fino alla fine. Non altro". Leggi anche: "Ora so che andrà in prigione". Dopo i sorrisi, il crollo di Cesare Battisti "La politica fa il suo mestiere, se lo Stato italiano ottiene un successo - e l'arresto di Battisti lo è indubbiamente - naturale che poi cerchi di intestarserlo", conclude Caselli riguardo alla presenza del ministro degli Interni Matteo Salvini, leader della Lega, e del titolare della Giustizia Alfonso Bonafede, grillino, all'aeroporto di Ciampino. "Pensare e dire di volerli riportare in Italia ovviamente non basta, si deve operare concretamente per rintracciare altri latitanti quanto più possibile". In ogni caso, "l'impegno vincente dimostrato con Battisti non deve restare isolato", sottolinea l'ex magistrato, procuratore capo a Torino negli Anni di Piombo. "Sull'eventuale rete e sulle complicità - aggiunge Caselli - non è possibile dare una risposta generalizzata, bisogna rispondere caso per caso, conoscendo la situazione specifica di ciascuno, perché ci possono essere latitanti scomparsi dai radar, realmente introvabili, altri che si cercano ma non si trovano e altri ancora, che si sa dove sono e sono 'protetti' in qualche modo, magari per la mancanza di trattati di estradizione" con determinati paesi.