Secondo lavoro
Il Crozza immobiliarista non ride: che stangata con l'Imu
Per cantare il dramma dell’Imu una volta si è travestito da Robin Hood, un’altra ancora da Adele, e ha cantato «Monti, quanto fa questa cavolo di Imu?». Per Maurizio Crozza la tassa sulla casa è un’ossessione. Tanto da essere diventato il tema più ripetuto nei suoi sketch. Ha ironizzato su Brunetta-Berlusconi e l’Imu, ma ha preso di mira oltre a Monti anche Letta con la sua nuova Trise, al grido di “Paga le tasse Tasi”. È un tema comico sicuro. Ma c’è anche una seconda ragione meno evidente: la stangata sulla casa fa male e non poco anche alla famiglia Crozza. Perché il suo primo lavoro è certamente fare ridere. Ma il comico genovese ha anche una seconda attività meno nota e gestita in coppia con la consorte, Carla Signoris: quella dell’immobiliarista. Marito e moglie hanno intestati 7 fabbricati. Quelli di lui sono a Santo Stefano D’Aveto: una casa da 8,5 vani e un garage da 41 mq. Quelle intestate alla signora sono invece a Genova: tre case con in tutto 24 vani, un garage da 26 mq e un magazzino da 103 mq. Ma oltre alle proprietà intestate alle persone fisiche i Crozza hanno due immobiliari, a loro volta intestatarie di appartamenti e negozi a Genova. Ovvio che siano sensibili alle stangate Imu e Trise. La prima immobiliare di Crozza si chiama Castelli srl, ed è stata costituita a metà con un vecchio amico ligure: il geometra Fabrizio Pollicino, erede della omonima impresa edile fondata nel 1959 da papà Gioacchino. Non proprio una gallina dalle uova d’oro. La società si è già mangiata una volta il capitale per le perdite che avevano superato i centomila euro e ha dovuto bussare alla porta dei soci per restare in vita. Non ha proprietà dirette, ma due contratti di leasing immobiliare che alla fine prevedono il riscatto dei rispettivi immobili. Crozza e Pollicino li hanno affittati e le cose non sono andate a meraviglia. Uno degli inquilini (presumibilmente un commerciante) per colpa della crisi non è riuscito ad onorare il proprio contratto di locazione a 1.020 euro mensili più Iva. Così alla fine dell’anno fiscale dell’ultimo bilancio della Castelli srl risultavano (così la relazione al bilancio) «impagati canoni per un importo complessivo di 23.382 euro». Scrivono gli amministratori (Crozza e Pollicino): «La controparte morosa ha consegnato nelle mani degli amministratori una cambiale per 12 mila euro (non ancora portata all’incasso) a garanzia dei futuri pagamenti. La restante parte di credito viene portata a perdita sui crediti». Nella sostanza: si rinuncia perché si sa di non poterli riscuotere a 11.382 euro, ma si metterà all’incasso la cambiale da 12 mila euro firmata dallo sventurato. Era di Pollicino anche la seconda immobiliare oggi di Crozza: la Eli.ga. snc. Per averla il comico genovese nel 2010 ha rilevato dalla socia di Pollicino, Maria Luisa Casciscia, la metà del capitale sociale pagandola 410 mila euro con due assegni della Banca popolare di Vicenza-filiale di Genova (uno da 160 e uno da 250 mila euro). Il 27 febbraio di quest’anno ha rilevato con la moglie da Pollicino anche il restante 50% per 480 mila euro (due assegni della Pop Vicenza da 384 e da 96 mila euro). Il boccone in pancia alla nuova società evidentemente valeva la pena: tre negozi nella centrale via Brigata Liguria. A uno di quei civici (probabilmente come affittuario) c’è anche uno dei locali di tendenza di Genova: la risto-pizzeria Briciole. di Franco Bechis