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Marco Travaglio cambia nemico, manganellate a Giovanni Tria: "Ecco chi è davvero", brutalizzato
Ha scelto il suo nuovo nemico, Marco Travaglio, e ovviamente è l'uomo che si è opposto a Luigi Di Maio e grillini, perdendo. Il povero Giovanni Tria, ministro dell'Economia dimezzato, passerà giorni pesanti a giudicare dall'ultimo editoriale del direttore del Fatto Quotidiano, che non a caso comincia subito con uno sberleffo: "Non so voi, ma io sono seriamente preoccupato per le condizioni di Giovanni Tria, Vincenzo Boccia e Carlo Calenda". Leggi anche: "Leggete qua". Un Travaglio "arrapatissimo", come umilia Matteo Renzi Concentriamoci però sulla parte più corposa dell'editoriale, quella dedicata al ministro rigorista. Di lui "sappiamo che è nato a Roma, ha appena compiuto 70 anni, insegna a Tor Vergata, e fin qui tutto bene. Ma ha pure lavorato con Brunetta, siede nella Fondazione Craxi, scriveva sul Foglio, e non si sa quale delle tre cose sia peggio". Prima bastonata, servita guarda caso subito dopo le tensioni coi grillini sul Def. In questi primi mesi al governo ha giurato con tutti che il suo obiettivo è quello di "proseguire sulla strada della riduzione del rapporto debito-Pil, non devono esserci dubbi". Giovedì sera, però, i buoni propositi sono andati in fumo. A far innervosire Travaglio è il sostegno dato a Tria da tutti "i giornaloni", che lo hanno incensato in quanto "garante, argine, baluardo, diga contro gli scavezzacollo populisti che l'avevano scelto. Ora che li ha così amaramente delusi, i suoi fan inventano scuse: bullizzato e brutalizzato da quegli energumeni di Salvini e Di Maio, anche con l'uso delle armi, poi rinchiuso per ore a pane e acqua nelle segrete di Palazzo Chigi per costringerlo alla resa e infine liberato in cambio della firma sul Def". La tesi di Travaglio è che Tria abbia rinunciato alle dimissioni non per il bene della patria, ma per la poltrona. Sì, saranno giorni durissimi.