Prezzemolino strappato

Antonio Ingroia, indiscrezione in procura: verso il processo per peculato

Davide Locano

Tempi sempre più cupi per l'ex pm prezzemolino Antonio Ingroia, che viaggia dritto dritto verso il processo. Si apprende, infatti, che la procura di Palermo gli ha notificato l'avviso di chiusura delle indagini, che precede la richiesta di rinvio a giudizio per peculato. I pm accusano l'ex toga di aver indebitamente percepito, come amministratore unico di Sicilia e Servizi, rimborsi di viaggio per 34mila euro e indennità per 117mila euro. Quest'ultima, legge alla mano, non può essere superiore al doppio dello stipendio lordo annuo, che per Ingroia era fissato a 50mila euro. "Apprendo che la procura ha concluso le sue indagini su di me - ha affermato Ingroia -. Ne prendo atto e sono tranquillo, perché non ho commesso nulla di illecito e ho invece denunciato le gravi ruberie di altri nella società che ho amministrato facendo io risparmiare decine di milioni di euro ai siciliani". E ancora: "Sono orgoglioso di essere l'unico che nella storia ha fatto scendere il bilancio di una società pubblica siciliana dalla cifra oscena di centinaia di milioni di euro sperperati a discapito della Comunità europea e dei siciliani onesti, fino a 7 milioni di euro". Leggi anche: Antonio Ingoria ci riprova...in Ecuador Infine, Ingroia si rivolge direttamente ai magistrati: "Si facciano pure tutte le indagini possibili su di me, non ho alcun problema, augurandomi che la procura abbia il tempo anche per leggere la recente sentenza della Cassazione a Sezioni unite che di fatto esclude ogni configurabilità del reato per cui si è indagato su di me". Eppure, al netto delle parole di auto-difesa, Ingroia ora rischia il processo per peculato.