Amnesie

Sergio Marchionne, la vergogna di Repubblica e Massimo Giannini: fango e insulti, mai le scuse

Davide Locano

Tutta l'ipocrisia di Repubblica in un aneddoto su Sergio Marchionne. Bisogna tornare fino al 2010, quando il manager propose ai lavoratori di Fiat il suo piano industriale. E Repubblica si appiattì sulle posizioni della Fiom-Cgil e scatenò l'allora vicedirettore, Massimo Giannini, secondo il quale "gli accordi di Pomigliano e Mirafiori sono scritti nella carne e nel sangue dei lavoratori". Cinque anni dopo, il trionfo di Marchionne era evidente: come ricorda Pietro Ichino su Italia Oggi, la Jeep prodotta a Mirafiori triplicava le immatricolazioni, la 500X prodotta a Melfi era la più venduta del suo segmento, l'Alfa Romeo aumentava le vendite del 36 per cento. Insomma, i fatti, come sempre o quasi, davano ragione a Marchionne. Eppure, su Repubblica, nessuno si premurò di sottolinearlo. Così come il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, neppure nel momento della scomparsa di Marchionne, si è preso la briga di scusarsi per quel vecchio errore. Al manager italo-canadese sono state dedicate pagine su pagine, ma quella pagina buia del 2010, per Repubblica, pare non essere mai esistita. Leggi anche: Il patto di riservatezza: perché della malattia di Marchionne non si poteva parlare