Legge Mancino

Massimo Fini, razzismo: "Non si processa un sentimento, anche l'odio lo è"

Cristina Agostini

"Non si processano i sentimenti, e l'odio è uno di questi. Meglio un lungo percorso culturale per riconoscere e rispettare le diversità". Massimo Fini, in una intervista al Fatto Quotidiano, accoglie la proposta del ministro Lorenzo Fontana, sulla legge Mancino: "Sono assolutamente d' accordo". Leggi anche: "In piazza contro il razzismo immaginario. Questi, pur di...". Fusaro da godere: asfalta la sinistra pro-invasione Il motivo? Semplice: "Abbiamo ereditato dal codice Rocco, senza nulla togliere a un grande giurista, tutta una serie di reati liberticidi come l'offesa alla bandiera, alle forze armate, al capo dello Stato. Li abbiamo mantenuti e ne abbiamo aggiunti altri. Una è la legge Scelba contro la riorganizzazione del partito fascista, che aveva un senso allora dopo la guerra e non ha più senso oggi. Un' altra è la legge Mancino. Con questa si mettono le manette ai sentimenti, come l' odio. Ho il diritto di odiare chi mi pare. Il limite è uno: quando torco il capello a chi non mi piace, per qualsiasi ragione, devo andare in gattabuia".