Il manager e il mistero

Sergio Marchionne, l'ipotesi dell'esperto sulle complicazioni cardiovascolari: cosa lo ha portato al coma

Gino Coala

Si rincorrono solo ipotesi sullo stato di salute di Sergio Marchionne, ricoverato nel reparto di rianimazione di una clinica a Zurigo in "condizioni irreversibili". La convinzione diffusa sin dalle prime ore di sabato sulle complicazioni di un'operazione alla spalla aveva cominciato a vacillare, tanto da far presagire il peggio nel corso del pomeriggio. L'ex Ceo di Fca è stato un accanito fumatore, toccando punte di tre pacchetti di Philip Morris al giorno. Motivo per cui l'ipotesi che in realtà sia stato un tumore al polmone a colpirlo è diventata sempre più credibile. Leggi anche: Marchionne, la voce dall'ospedale di Zurigo: "Come lo tengono in vita" Uno specialista svizzero interrogato dal Giornale ha ribadito l'ottima reputazione dell'ospedale di Zurigo "all'avanguardia per l'oncologia, la traumatologia, l'ortopedia e i vari tipi di chirurgia e trapianti". Difficile immaginare che a far degenerare le condizioni di salute di Marchionne siano state le complicazioni di un'operazione alla spalla: "Se esisteva veramente un problema alla spalla, avrebbe potuto trattarsi di una lesione alla cuffia dei rotatori, caso che procura dolore e difficoltà a muovere il braccio. Ma ci potrebbe essere altro, che non posso sapere". Lo scenario sempre più probabile, oltre all'aggravarsi del cancro, si riversano su complicanze "di origini neurologica o vascolare - aggiunge il medico - per quanto riguarda la prima ipotesi, certamente non può portare il paziente a rischiare la morte, al massimo si può determinare una paralisi e, quindi, una perdita della funzionalità. Più complessa è certamente la complicanza vascolare che può determinare un'abbondante perdita di sangue con conseguente condizione di arresto cardiocircolatorio e di questa situazione, a volte, è difficile prevedere l'esito".