Addio

Fabrizio Frizzi, l'amico Max Biaggi: "Il mio fratellone. Quella volta che lo volevano beccare con l'amante"

Giulio Bucchi

"Ho perso il fratellone che mi proteggeva". Maxi Biaggi ha conosciuto Fabrizio Frizzi nel 1993, e "ho capito che eravamo complementari". Il dolore dell'ex campione del mondo di motociclismo per la morte del conduttore, stroncato da emorragia cerebrale a soli 60 anni, è difficilmente esprimibile a parole. Sul Corriere della Sera, il pilota romano, più giovane di Frizzi di 13 anni, sceglie con cura un paio di aneddoti per far capire che persona fosse Fabrizio. "Era la parte razionale e riflessiva, io quella impulsiva. Dipendeva dal mio carattere, ma anche dal mio lavoro: il mio sport mi spingeva a reazioni immediate, a lottare, anche ad arrabbiarmi. Infatti lui me lo diceva spesso: Dovrei imparare da te, soprattutto quando devo fare un nuovo contratto. Tu combatti, sai trattare. E quando lo ha fatto era felicissimo: Max, ho tenuto duro e l'ho spuntata. Ho pensato a te...". Leggi anche: Rita Dalla Chiesa distrutta per Frizzi, lo sfogo nel cuore della notte Frizzi, padrino della figlia di Max Iris, infondeva "un totale senso di protezione. Se avevo un dubbio importante, chiamavo lui. Tutte le mie vicissitudini amorose le condividevo con lui. Era il mio confidente, di me sapeva tutto". Era una persona buona, semplicemente. Anche con chi voleva fregarlo. "Nel 1997 lui era in crisi con Rita Dalla Chiesa e per staccare decise di accompagnarmi in Malesia dove avevo un test. In aereo incontra uno che si dice mio tifoso. Poi, quando scendiamo dall'aereo e vediamo che quello ci segue, attacchiamo discorso e scopriamo che era un paparazzo mandato da un settimanale per provare a beccare Fabrizio con l'amante. Che ovviamente non c'era. Altro che mio tifoso. Quello era lì per lui. Fabrizio era talmente buono che lo ha invitato alla cena del suo compleanno il giorno dopo e gli ha permesso pure di fare le fotografie pur di non scontentarlo".