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Marco Travaglio prende a schiaffi Romano Prodi: crisi di nervi, pioggia d'insulti

Alessandra Menzani

L'accusa che fa Marco Travaglio a Romano Prodi è semplice: ipocrisia. "È l' ipocrisia-amnesia di chi, nella migliore delle ipotesi, non dice mai una parola su Silvio Berlusconi e, nella peggiore, ne parla per riabilitarlo", scrive oggi Travaglio nel suo fondo sul Fatto Quotidiano. L'epidemia, secondo il giornalista, è la stessa di Eugenio Scalfari e Carlo De Benedetti. Per approfondire leggi anche: Marco Travaglio, orgasmo manettaro sul Fatto Ma qui si parla di Renzi. Travaglio critica Prodi per l'improvvisa benevolenza nei confronti dell'ex presidente del Consiglio e segretario Pd, "quello che prima ha messo alla porta i bersaniani, poi ha tradito il "partito delle primarie" facendosi le liste dei nominati come pareva a lui, infine ha fatto fuori le minoranze di Orlando, Cuperlo ed Emiliano per imbarcare una carrettata di fedelissimi suoi e berlusconiani, 'lavora per l' unità del centrosinistra'". Testuale. Qualcosa non torna, secondo il direttore Del Fatto. "Infatti, in nome dell' unità del centrosinistra", argomenta Travaglio, "il Professore a Bologna dovrà votare Casini, che per 20 anni è stato eletto col centrodestra, contro una figura storica del centrosinistra bolognese come Vasco Errani, che corre con LiberieUguali, dunque a Prodi non piace più perché 'senza coalizioni non si vince'".  Travaglio, e non è la prima volta che lo dice, non sopporta quello che secondo molti stra avvenendo tra Berlusconi e Renzi, un inciucione. "Siccome poi B. era assediato da processioni di ex amici tornati a Canossa, anzi ad Arcore, e non poteva garantire un posto a tutti, l' amico Matteo se li è caricati sulle spalle e glieli ha piazzati in collegi sicuri del Pd", scrive. E definisce l'operazione con una semplice parola: "ammucchiata".