Profezia

Gianfranco Fini, così Almirante lo umiliò davanti a tutti: "Tranquilli, scopriranno tra 30 anni chi è veramente"

Giulio Bucchi

"Chi è veramente Gianfranco Fini lo capiranno tra 20, 30 anni". Dalle carte dell'inchiesta romana su Francesco Corallo, Fini e suo cognato Giancarlo Tulliani emerge un ritratto agghiacciante dell'ex leader di Alleanza nazionale e Futuro e Libertà. A raccontare i segreti più imbarazzanti della sua scalata alla destra italiana è Amedeo Laboccetta, ex onorevole Pdl e soprattutto compagno di partito di Gianfry ai tempi del Movimento Sociale. Quella frase, "lo capiranno tra 20 anni", è uscita dalla bocca di Giorgio Almirante, il padre storico dei missini e padrino politico di Gianfranco. Era il 1983 quando il fondatore, che morì un anno dopo, decise di affidare l'Msi a Fini. "Io ero il segretario di Napoli, una federazione potente - ricorda Laboccetta nelle carte romane, come ricorda Ugo Maria Tassinari per Tiscali.it -. Eravamo contrari al fatto che Fini diventasse il leader perché era sciatto, pigro, non in grado di creare un partito. Almirante ci ricevette a casa sua e ci rassicurò: Fini prima di andare al partito ogni mattina verrà a casa mia, qui dove siete seduti voi e sarò sempre io a spiegargli quello che deve fare". E poi quella profezia, amarissima, diventata triste realtà: nei 30 anni successivi Fini è diventato padrone prima del Msi poi, dopo Fiuggi, di An, portandola al collasso non tanto perché confluita nel Pdl quanto perché asservita ai disegni personali del leader. La casa lasciata di Montecarlo in eredità al partito e finita al cognato è stata lo specchio, e il cappello, di questa parabola.