Il conduttore

Corrado Formigli: "Vi spiego il successo di CasaPound e dei movimenti di estrema destra"

Andrea Tempestini

"Non sono sorpreso. Era nell'aria. Noi fortunatamente abbiamo ancora cronisti che vanno nei luoghi, e mi avevano detto che l'aria era questa: di una buona affermazione. Non sono sorpreso, anche perché stiamo parlando di un luogo devastato, in cui il vuoto della politica e dei partiti tradizionali ha portato alla crescita di CasaPound". Così Corrado Formigli in un'intervista a Il Tempo in cui commenta il botto del movimento di estrema destra a Ostia, dove ha preso il 9 per cento. Insomma, Formigli non è stupito, affatto. Ma aggiunge: "Se mi chiedi se è una buona notizia dico totalmente no, ma è la conseguenza della crisi della politica". Ora il prossimo obiettivo di CasaPound è il Parlamento. In nome di che cosa, secondo Formigli? "È la rivolta. È un voto molto popolare, di protesta, un voto contro gli immigrati, dettato dalla paura. Voto che si nutre di molte fake news, che vengono spacciate come vere e che riguardano l'invasione, la sostituzione etnica. Ma sono parole d'ordine che fanno breccia in una popolazione molto impaurita che ha perso il lavoro, che ha perso la speranza. In Italia - prosegue Formigli - le diseguaglianze sono sempre più forti, e allora nella parte della forbice più povera queste idee oggi attecchiscono facilmente. D'altronde è anche questa la democrazia, però". Infine, Formigli risponde a chi lo ha criticato per essere stato ospite di CasaPound in un incontro. Scelta "sbagliata" per diversi democratici. "Ho subito molte polemiche per aver partecipato a un dibattito con CasaPound - risponde il conduttore di PiazzaPulita -. Io ho detto tutto quello che pensavo di loro: che sono un partito che sta dalla parte di chi votò le leggi razziali, che sono un partito xenofobo, completamente al di fuori del mio orizzonte. Però è un partito che va combattuto sul piano delle idee. Non vietando, non inasprendo i reati di apologia, non demonizzandoli. Perché quell'aura di censura li agevola solamente", conclude. Una frase, quest'ultima, che è una sonora lezione a quelli chi - come i vari Boldrini e Fiano - predicano il pugno di ferro sul reato di apologia.