Catodica
De Gregorio dà lezioni di cultura in tv. Ma scopiazza tutti...
Si parla spesso di Manuale Cencelli, quell’algoritmo con cui i partiti si spartiscono da tempo immemore incarichi e poltrone. Esiste poi un altro algoritmo, noto solo a pochi e chiamato Manuale Anatrelli. Il nome deriva da quelle teste di papera che decorano i salvagenti con cui si sta sempre a galla. Anche dopo clamorosi flop, anche dopo aver dimostrato tutta la propria inettitudine all’incarico ricevuto, chi applica il Manuale Anatrelli affonda per poco e riaffora poco più in là, con un altro compito, su un’altra cadrega. Grande fruitrice del manuale è Concita de Gregorio, nel cui caso la paperetta decorativa è pleonastica. Ma solo perché la Concita ha già un look frizzante in quanto ama lo stile Desigual. E chissà se Concita vestirà Desigual anche nei nuovi appuntamenti televisivi con cui ci rovinerà l’appetito ogni giorno su RaiTre. Perché dopo aver affossato l’Unità, grazie al Manuale Anatrelli la De Gregorio ha prima sbarcato il lunario firmando articoli su La Repubblica e ora riaffiora in televisione con un programma dedicato ai libri. Titolo dell’imperdibile trasmissione: Pane quotidiano. Proprio come l’omonima catena di fast-food dove ogni giorno si servono centinaia di pasti gratuiti a diseredati o semplici cittadini che hanno perso il posto. Gente che magari è stata mandata via per non essere stata all’altezza, ma che, non conoscendo il Manuale Anatrelli, non è riuscita a reinventarsi un lavoro magari in tv. Checché ne dicano i complottisti barbuti su Twitter, il nostro Paese non è una dittatura e lo dimostra proprio il fatto che gli italiani possono scegliere se deliziarsi all’ora di pranzo con la tribunalizia Barbara Palombelli o la letteraria Concita De Gregorio. In ogni caso il birignao gramsciano-modaiolo è garantito. E se la signora Rutelli almeno è pagata dalla pubblicità, la signora Cecioni è sovvenzionata dal nostro canone. Sono sicuro che se facessi una ricerca su eBay scoprirei che è aumentato il numero di apparecchi televisivi messi in vendita da ex telespettatori terrorizzati all’idea di imbattersi nella Concita che intervista Margaret Mazzantini in un trionfo del Signora Mia. Se poi pensate che la De Gregorio sarà meno soporifera di Corrado «Rohypnol» Augias, ho una pessima notizia per voi. L’ospite della prima puntata sarà proprio l’ex inquilino di quella fascia oraria. D’altronde il colpevole torna sempre sul luogo del delitto. Ed ecco che Augias, colpevole di aver ammazzato di tedio centinaia di telespettatori con Storie, sarà l’ospitone della prima puntata di Pane quotidiano. Con Concita parlerà di Inchiesta su Maria, nuova puntata della sua saga oratoriale dopo la disputa su Dio, l’inchiesta su Gesù e l’imminente chiacchierata su San Giuseppe. Li sta collezionando tutti, come i Pokémon. Già che c’è, Augias darà una paterna occhiata al comportamento del suo pupillo, Vladimiro Polchi, coautore del programma, colui che sta a Concita come Caballero a Carmencita. Polchi ha scritto alcuni originalissimi libri sugli immigrati e sul favoloso Zapatero (chiiii?). E anche un lavoro teatrale con Corrado Augias. Ed è stato coautore di Storie. C’è però da scommettere che Corrado in studio fingerà di non conoscere Vladimiro, per non far nascere i soliti pettegolezzi su nepotismo e raccomandazioni. D’altronde Augias fa così anche quando incontra l’omonima Natalia nei corridoi di Saxa Rubra. I due non si salutano, ma le malelingue insinuano che siano padre e figlia. Che gente cattiva! Non sanno che Augias è il terzo cognome italiano più diffuso dopo Rossi e Ferrari? Un’altra sconvolgente novità di Pane Quotidiano voluta dalla donna che ha inventato il termine «girotondini» è la presenza in studio di un pubblico formato da scolaresche. Mai visto prima! Già lo faceva Febo Conti nel 1961 con Chissà chi lo sa. Ma c’è da scommettere che gli studenti di Concita saranno diversi: tutti con barbetta, felpa lurida e pesante accento romano. Dal 23 settembre Pane Quotidiano andrà in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì. Per il sabato e la domenica trovate qualcos’altro da fare. Magari provate a leggere un libro. di Tommaso Labranca